Ephemeral è il nuovo album di LSKA, musicista, sound designer e videoartista nato a Bari e cresciuto a Vicenza. Un lavoro che è nato in un periodo di grande cambiamento e che riflette la ricerca di uno spazio sicuro in cui potersi abbandonare. Tutti i brani sono stati composti in pochissimo tempo, ma sono frutto di riflessioni durate anni sulla ripetizione, l’astrazione e l’inserimento di elementi casuali nel processo di composizione. Ne abbiamo parlato con lui.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE
Non mi definirei una persona felice, anzi: tendo ad avere dei momenti profondamente tristi. Faccio musica per stare bene, per me è una sorta di meditazione. Quindi non definirei “triste” la mia musica, piuttosto “introspettiva”.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO ALBUM, EPHEMERAL, E PERCHÉ?
Direi Plates. Nelle mie intenzioni originali doveva essere un brano rilassante, ma l’ostinato di base ha finito per suggerirmi l’immagine post-apocalittica di una landa desolata.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Per me è Star Car, perché ha una progressione che eleva lo spirito e invita a muoversi.

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Dando loro uno spazio di respiro e astrazione.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Exit Music (For a Film) dei Radiohead, per il suo andamento sommesso che porta all’esplosione emotiva verso la fine del brano. Rusty Nails di Moderat per la sua potenza elegante. Sour Times dei Portishead, perché adoro i Portishead, una delle band più tristi di tutti i tempi…

Ecco Ephemeral:

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