Le canzoni di Elio D’Alessandro nascono dall’idea di un indie più specifico, che non perda il contatto coi grandi autori ma che abbia un sound verso la modernità. Nel suo live solo lo accompagnano una drum machine e un sintetizzatore, che danno alle sue canzoni il gusto dell’elettropop anni 80. Un nuovo richiamo è il suo nuovo EP, un punto di arrivo di una ricerca musicale e testuale durata due anni. Si tratta di quattro brani che hanno come punto in comune il racconto di un punto di svolta, di un cambiamento, una rinascita all’insegna del passato. Ne abbiamo parlato con lui.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Chi mi conosce bene sa che la felicità non appartiene alla dieta quotidiana dei miei sentimenti. Preferisco crogiolarmi nell’ombra.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO EP, UN NUOVO RICHIAMO, E PERCHÉ?
La più triste secondo me è Arte. Perché racconta un abbandono, una rassegnazione. Parla del distacco dell’artista rispetto alla sua stessa opera. E ne consegue un isolamento da tutto, dal mondo intero.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’EP?
Orfani, per quanto anche in questo caso il titolo già sembrerebbe dire il contrario. Orfani ha la forza di un inno. In qualche modo per me dice questo: siamo legati al nostro passato e ai nostri rimpianti, ma adesso lo dichiariamo a voce alta! E questo è un primo passo verso la liberazione, forse…

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Questa cosa la vedo difficile. Però una via c’è: la catarsi. Mediante l’attraversamento di questo EP si può rivivere un proprio ricordo, un momento particolare, empatizzare e quindi lasciare andare questo sentimento cupo, una volta espresso.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Cosa aspetti ad andar via di Mauro Pelosi, Delitto di Paese di Fabrizio De Andrè e Intimisto dei C.S.I.

Ecco Un nuovo richiamo:

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