L’invasione delle entità polinomiali segna il debutto dei LËV, un’anomalia musicale nella variopinta scena napoletana: canzoni in inglese, francese, portoghese e italiano per integrare la musica elettronica in un processo vivo d’ispirazione musicale di fine anni 90, tra elettro-nostalgia e trip hop. Ne abbiamo parlato con loro.

QUANTO VI SENTITE HYPFI? CIOÈ, FATE MUSICA TRISTE MA SIETE PERSONE FELICI?
In epoca di dramedy preferisco iscrivermi in un registro di “non” significazione soprattutto in relazione a questioni sulla personalità o l’umore. Se è venuta prima la sofferenza o la musica la risposta è priva di incertezze: è venuto prima il godimento.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL VOSTRO EP, L’INVASIONE DELLE ENTITÀ POLINOMIALI, E PERCHÉ?
Sicuramente la più triste è Dream me Back, un brano scritto in una notte di piccole notti incastrate tra loro.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’EP?
Discoantoine, con quel mood dance che illumina di malinconica nostalgia.

IN CHE MODO LA VOSTRA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Forse essere felici nell’ascolto è essere al di là proprio di felicità o tristezza.

QUALI SONO LE VOSTRE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Le tre canzoni che ho amato quando a 11 anni comprai il mio primo disco erano In the Wake of Poseidon dei King Crimson, Remember Tomorrow degli Iron Maiden e At Night dei The Cure.

Ecco L’invasione delle entità polinomiali:

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