Lala è un cantautore romano, classe ’94, che negli ultimi mesi si è fatto strada nell’ambiente urban, tra chill e r&b. Chiaroscuro è il suo primo EP, un lavoro che gioca nei riflessi di luce nascosti dall’ombra dello sguardo, c’invita sia a chiudere gli occhi per ascoltare il rumore dei nostri pensieri, sia a spalancarli per non perdercisi dentro. “È stato lo spiraglio che ho utilizzato per vedere la luce nel buio che ho vissuto fino all’inizio di questo anno”, così lo descrive Lala, e ne abbiamo parlato con lui.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Non è molto semplice rispondere a questa domanda. Faccio musica triste perché riesco sicuramente a scrivere meglio della tristezza che della felicità. La felicità l’ho sempre vista come una cosa molto astratta, poco raggiungibile, mentre il contrario (l’infelicità) talmente tangibile che si tocca con mano. Mi reputo una persona con energia positiva e cerco di trasmettere quella sia sul palco sia dalle mie canzoni.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO EP, CHIAROSCURO, E PERCHÉ?
Sicuramente Inchiostro è la traccia più triste e di pancia: parla di depressione e delle sensazioni vissute in una stanza, mente il mondo va a 100 all’ora e tu rimani fermo immobile inondato da ricordi e rimpianti.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’EP?
La canzone più felice è sicuramente Acrofobici, parla di superare la vertigine che un amore appena nato può farti provare, accoglierlo e viverlo. E’ inutile coinvolgersi nell’amore con privazioni, paure e paletti. L’amore è libertà. La libertà è felicità.

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
La musica parla con i cassetti nascosti della nostra mente, tramite le note anche un testo può toccare messaggi profondi ed aiutare a trovare la felicità. Per esempio in un periodo molto SAD della mia adolescenza, ho trovato la forza per rialzarmi dal disco di Nesli, Nesliving vol.1 ed è stato un bel viaggio.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Se piovesse il tuo nome Calcutta ed Elisa mi spacca sempre in due, tutto l’album di Mac Miller, Surf, in cui ci lascio il cuore ad ogni ascolto e poi La notte dei miracoli di Dalla che ascoltavo sempre con mio nonno.

Ecco Chiaroscuro:

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