Kerol Brando è un progetto nato tra Bologna, Cesena e Rimini da un pugno di canzoni scritte nel corso degli anni con solo una chitarra acustica e una voce. Un’essenzialità mantenuta durante la realizzazione del primo omonimo lavoro, che vuole portare qualcosa di nuovo nel panorama dell’indie folk italiano, affrontando sensazioni come l’insicurezza, l’inadeguatezza, la solitudine, attraverso un processo di accettazione e catarsi che combatta l’angoscia della vita. Ne abbiamo parlato con lui.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Né l’uno né l’altro. La musica che faccio può apparire triste, ma io la vedo in un’ottica più mite, malinconica piuttosto, come se volesse propendere verso l’accettazione delle delusioni, invece che soccomberne.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO ALBUM, KEROL BRANDO, E PERCHÉ?
Non saprei dirlo con certezza, ma per ora La mano e Non mi basti mai sono quelle che hanno più commosso gli ascoltatori – stando a quanto mi è stato riferito, chiaramente.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Se ne dovessi scegliere una, credo direi Incantevole. Non perché non abbia anche lei il suo lato oscuro nascosto, ma perché sceglie forse di concentrarsi, una volta tanto, sulle sensazioni più estatiche dei fugaci momenti che descrive. Ma è un’impressione molto personale.

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Felice è una parola grossa, ma credo nel potere della musica, e dell’arte in generale, di farci sentire meno soli, compresi e non giudicati, e questa è senza dubbio una sensazione quantomeno piacevole.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Così su due piedi, mi piacerebbe citare Waltz #2 (XO) di Elliott Smith, Meglio di uno specchio dei Massimo Volume, e Bloodhail degli Have a Nice Life. Brani che non falliscono mai.

Ecco Kerol Brando:

Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ogni giorno, UNA CANZONE TRISTE. Perché non c’è niente di meglio che ascoltare qualcosa di triste, per provare a essere un po’ più felici.

E poi INTERVISTE, LIVE e PLAYLIST per una dose quotidiana di HypFi.