Donı̈a Nö è una cantautrice toscana di adozione romana, dalle atmosfere dark create da synth e chitarre, a creare un immaginario inquietante ma allo stesso tempo magnetico. Finché sono viva è il suo primo EP e contiene una serie di danze macabre, che rappresentano il bisogno di esternare un disagio profondo e di liberarsi da un peso sul petto che non fa respirare, sintomo di un’ansia post-moderna. Ne abbiamo parlato con lei.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Non credo si possa essere persone felici, forse serene. La felicità (sembra una frase fatta) credo sia costruita da momenti. In questo periodo della mia vita mi sento grata per quello che ho e per quello che cerco di costruire, che a volte mi rende felice. Vivo di alti e bassi in cui a volte i bassi sono più frequenti degli alti.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO DISCO, FINCHÉ SONO VIVA, E PERCHÉ?
La canzone più triste credo sia L’interludio in un certo senso. É malinconica ed è nata pensando a qualcosa che è andato e non può tornare più. Quella però in cui ero più triste e che ho scritto in un periodo molto brutto è Da sola. Come diceva la mia psicologa la rabbia è la conseguenza del dolore spesso, quindi quel “nervosismo” che emerge in quel brano è scatenato da una buona dose di infelicità.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DEL DISCO?
Credo sia Finché sono viva. Nata perché avevo letteralmente voglia di ballare e non pensare più a niente, quindi nonostante il testo è comunque volutamente “leggera”.

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Non so se possa rendere felice ma forse può far stare meglio dopo che si è ascoltata. L’intento è proprio quello di far ballare, urlare, o entrambi contemporaneamente, con lo scopo di sfogarsi, lasciare andare e sentirsi un po’ più leggeri dopo. A volte quando si dicono le cose ad alta voce non sono più insormontabili come si pensava, quindi perché non cantarle e intanto non ballarci su.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Di sempre non saprei proprio sceglierli, crescendo sono cambiati. Degli ultimi anni direi Dymo dei Verdena, Miss You di Trentemøller e Dentro i miei vuoti dei Subsonica sono i primi che mi vengono in mente, ma ne ho una lunga lista!

Ecco Finché sono viva:

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