Lorenzo Dinelli, già voce e chitarra di Seed’n’feed e Indigo, ha pubblicato Maelström, il suo terzo lavoro solista in cui con un linguaggio musicale ridotto all’essenziale, affronta temi come l’abbandono, la fine di una storia o l’amore incondizionato per i propri figli. Ne abbiamo parlato con lui.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Abbastanza. Come diceva Luigi Tenco, scrivo canzoni quando sono triste, altrimenti esco! sono una persona che riesce a essere felice ma anche triste.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO ALBUM, MAELSTRÖM, E PERCHÉ?
La canzone più triste del disco forse è Trasforma, esistenzialismo puro, forse scuro anche, ma se la gioca bene con Ricordati di me, una lettera spassionata ai miei figli, una sorta di lettera postuma quando non ci sarò più… triste ma dolce piena di amore.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Direi l’unico pezzo strumentale, Frieden. Il titolo la dice lunga, parola tedesca che significa pace, tranquillità, serenità, dopo le battaglie della vita la pace arriva sempre splendente e solare… e questo pezzo dove si sentono rondini di maggio rimaste dento il microfono della chitarra, è lenitiva per me.

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Potrebbe rendere felice un possibile ascoltatore che apprezzi e condivida la lotta, il dolore e le difficoltà che racconto dentro le mie canzoni, quali distacco, separazione, ricordo di quello che non può più essere. In questo senso condividere le stesse sensazioni può aiutare a sentirsi meno soli. quindi il processo può attraverso l’ombra portare alla luce, sconfiggere quella solitudine a cui tutti siamo sottoposti come esseri umani.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Sunsrise Sunset! di Perry Como, al primo posto assoluto. Nella mia top 3, una canzone che ogni volta che la ascolto mi fa piangere, veramente… Sempre e per sempre di Francesco Guccini. E poi Hurt dei Nine Inch Nails.

Ecco Maelström:

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