Vivere di nascosto è il primo album della band garage rock torinese BRX!T. Il titolo dell’album racchiude l’essenza della band, il loro modo di essere: voler cambiare le cose rimanendo nascosti, non sgomitando per un posto sotto i riflettori ma lasciando parlare la musica: «Un mood perenne, che ci fa vivere quella magia che spesso la quotidianità ti fa perdere, un invito a non avere paura di volersi, ogni tanto, lasciare andare e restare nel proprio mondo». Così la band lo descrive, e ne abbiamo parlato con loro.

QUANTO VI SENTITE HYPFI? CIOÈ, FATE MUSICA TRISTE MA SIETE PERSONE FELICI?
Pensiamo di essere persone grossomodo felici, certo ognuno di noi a volte vive nel proprio intimo momenti di sconforto, ma vengono esorcizzati proprio tramite la musica quando siamo insieme, creando a volte canzoni molto tristi con l’obiettivo di renderci felici. Quindi sì, direi che possiamo definirci molto HypFi.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL VOSTRO ALBUM, VIVERE DI NASCOSTO, E PERCHE?
La canzone più triste di Vivere di nascosto è senza ombra di dubbio LVDA (Le Vite Degli Altri), la seconda traccia dell’album. Il testo è nato proprio durante uno di quei momenti di sconforto citati poco fa; nello specifico durante il primo lockdown del 2020, quando il mondo si è fermato e ci siamo ritrovati senza spunti creativi e senza stimoli. Insomma, la quarantena l’abbiamo vissuta tutti quanti e sappiamo bene cosa vuol dire. LVDA però è anche altro: la sensazione di essere uno spettatore fermo a guardare mentre tutti gli altri vanno avanti con le proprie vite, mentre noi ci ritroviamo in qualche modo impossibilitati, privi di carburante. O almeno, così ci pare.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
La canzone più felice è No.ia: dallo strumentale al testo, la canzone è un grande sfottò di tutte le cose che ci annoiano (anche se, per dovere di cronaca, il nostro cantante Lorenzo è un grande appassionato del Giro d’Italia). La canzone ha avuto una bella evoluzione grazie all’apporto artistico di Alberto Bianco, il produttore dell’album, col quale abbiamo voluto immaginare la canzone quasi fosse una filastrocca, un bel mandare a quel paese tutte le cose negative, mentre lo strumentale ti spinge a ballare e saltare.

IN CHE MODO LA VOSTRA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Come abbiamo detto prima, per noi fare musica vuol dire esorcizzare, o ancor meglio, sfogare tutta la negatività che, volenti o nolenti, assorbiamo ogni giorno nelle nostre vite private: dal lavoro alle relazioni alla semplice giornata no. Vogliamo trasmettere proprio questo con la nostra musica, sperando che chi ci ascolta possa perdersi anche solo per 3 minuti nei suoni, nelle urla, nelle distorsioni e nella batteria pestata di chi ha voluto rendere la negatività una scusa per divertirsi.

QUALI SONO LE VOSTRE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Bella domanda, ne abbiamo una per ogni membro della band (quindi saranno 4):
Boys Don’t Cry dei The Cure per Gabe;
Girlfriend in a Coma degli Smiths per Lore;
A Day in the Life dei Beatles per Dave;
Machines dei Biffy Clyro per Ale.
Ce ne sarebbero tante tra cui scegliere, però faremmo una playlist troppo lunga per essere ascoltata nella sua interezza.

Ecco Vivere di nascosto:

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