Leland Did It è una band pugliese, che combina sonorità alternative rock e post punk con l’elettronica, e ha appena pubblicato Hotel Moderno, a sei anni dal precedente lavoro. Un album emozionante, sincero, cupo e incazzato: ne abbiamo parlato con loro.

QUANTO VI SENTITE HYPFI? CIOÈ, FATE MUSICA TRISTE MA SIETE PERSONE FELICI?
Assolutamente, ci piace guardare il bicchiere mezzo pieno (molto spesso è un boccale di birra), ma in sala prove ci liberiamo un po’ da quei pensieri che ci intasano la testa.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL VOSTRO ALBUM, HOTEL MODERNO, E PERCHÉ?
Eh, è una bella domanda, probabilmente 260. Racconta sostanzialmente di quel momento in cui ci si rende conto che l’unica cosa che si sta donando a chi ti ama è solo sofferenza, meglio farsi da parte. É la presa di coscienza che l’unico modo che ci rimane per far star bene qualcun altro è sparire dalla sua vita e dai suoi ricordi ed è anche la realizzazione che, per quanto uno si possa sforzare, quello che siamo non può essere cambiato. Alla fine il concetto di “if you love me let me go” è vecchio come il mondo e oggi si parla spesso di amore tossico e di persone tossiche, noi volevamo solo raccontare questa storia dal punto di vista del “villain” che si accorge di essere un vero Re Mida della merda.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Forse Submissive. É un inno – concedeteci il termine – alla liberazione dall’obbligo di essere uomini forti, soprattutto a letto. La musica esprime goduria, il basso è sessuale: se insisti nel volerti credere un dominatore a tutti i costi, forse ti perderai qualche orgasmo cerebrale in più.

IN CHE MODO LA VOSTRA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Ci piace l’idea che qualcun altro possa riconoscersi nelle storie che raccontiamo. Quando capita a noi, da ascoltatori, ci sembra di aver trovato un nuovo modo di elaborare quello che fino a poco prima non eravamo nemmeno in grado di riconoscere, e questo ci fa sentire connessi almeno con un altro essere umano nel mondo intero.

QUALI SONO LE VOSTRE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Michele: la canzone non è triste in sè, anzi, ma l’ho sempre immaginata perfetta per il mio funerale. È la cover di Fiona Apple di Across the Universe.
Vittorio bruno: The Magician di Andy Shauf.
Vittorio biondo: Ojos del sol degli Y la Bamba, una manciata accordi, un pugno nello stomaco, e una voce perfetta.

Ecco Hotel Moderno:

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