Forse qualcuno l’ha conosciuta ascoltando la sua versione di Hope There’s Someone di Antony and the Johnsons a X-Factor, ma Irene Pignatti, in arte Prim, ha già pubblicato un album, when monday comes, in cui un pop triste e malinconico è esaltato da una voce avvolgente e cristallina, con differenti influenze indie folk e testi che riflettono ordinarie – dunque universali – vicende ed emozioni umane. Ne abbiamo parlato con lei.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Sì, faccio musica triste ma generalmente sono molto felice e contenta delle cose che succedono (circa).

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO ALBUM, WHEN MONDAY COMES, E PERCHÉ?
La canzone più triste di è sicuramente Ireland. È una breakup song che va al di là delle breakup song: quando pensi di aver superato una relazione traumatica ma dopo cinque anni ti ritrovi a scrivere ancora canzoni su quell’evento, allora capisci che non l’hai superato del tutto.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
La canzone più felice dell’album è Bathtub, perché è una canzone d’amore, e anche se la musica è tristissima, in realtà è una canzone che trasmette speranza e good vibes, ma devi leggere il testo per capirlo.

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
La mia musica non può rendere felice chi l’ascolta, se no non suonerei pop triste. Scherzi a parte, secondo me non bisogna concentrarsi troppo nell’ascolto – se non lo si fa, si può fare un ascolto felice.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Somebody Else dei The 1975, Last Kiss di Taylor Swift e Top To Toe di Fenne Lily.

Ecco when monday comes:

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