Qualche mese fa abbiamo conosciuto Edoardo Nocco con il suo singolo Fragile, un intenso brano sulla solitudine. Ora è uscito Senza farmi male, il suo primo album: “racconto varie esperienze di vita, positive e negative – spiega Edoardo – sottolineando come queste ultime possono essere sempre il punto di partenza per una nuova rinascita”. Abbiamo parlato con lui per saperne di più.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Scrivo canzoni che trattano gli aspetti dell’amore in tutte le sue forme, dei rapporti umani in generale; questo comporta alternare a raccontare momenti di sofferenza a momenti di felicità.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO ALBUM, SENZA FARMI MALE, E PERCHÉ?
Direi L’aria nella stanza. Questa canzone l’ho scritta nella prima quarantena della nostra vita. La situazione in cui ci stiamo trovando mi ha fatto capire quanto ci mancasse avere un contatto fisico, reale e vero, volevo trovare un modo per fuggire dalla solitudine raccontando esperienze ed emozioni che non potevo provare, con la speranza di poterle rivivere il prima possibile. La musica sicuramente serve a tenerci più uniti anche nei momenti difficili come questo.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Rumore sicuramente è la canzone più spensierata del disco. Ritengo ci voglia un giusto equilibrio nel cantare la leggerezza e la profondità dei sentimenti.

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Sono vari gli stati d’animo quando ascoltiamo le canzoni, con le mie vorrei far riflettere e dare un senso di speranza nell’amore in tutte le sue forme cercando di far immedesimare chi ascolta nella mia musica, nelle mie parole.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Diventa difficile pensarne solo tre, di getto direi Mi sono innamorato di te di Luigi Tenco, La canzone dell’amore perduto di Fabrizio De André e Giudizi universali di Samuele Bersani.

Ecco Senza farmi male:

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