L’avvocato dei santi, cioè Mattia Mari, è un cantautore, musicista, produttore e poliedrico esponente della scena romana, già conosciuto anche per la sua attività coi Giuda e i Belladonna. Torpedine è il primo EP di un ciclo di uscite e il suo autore lo presenta così: “un disco che suona forte, che deve essere suonato forte, nel quale ho detto ciò che volevo dire come ho imparato a dirlo, con un linguaggio che mi rappresenta pienamente, senza cercare di essere nient’altro che me”.
QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
A me piace definirla musica intensa, più che triste. Sicuramente la gioia è fondamentale per far si che la vita vada avanti, ma senza struggle non sarei sicuramente qui a far musica. A dirla tutta, spesso i periodi in cui tutto va una meraviglia sono un impedimento alla creazione.
QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO EP, TORPEDINE, E PERCHÉ?
Quelle che secondo me fanno scendere di più la lacrimuccia sono Perso per perso e Ninna Nanna. La prima riguarda la demolizione di se stessi causata dalle dipendenze (di qualsiasi tipo, emotive, da sostanze) e successiva rinascita, l’altra è uno spaccato di vita vera, così dolce da far male.
E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’EP?
Credo siano sempre le due canzoni sovracitate. Penso ci siano sempre più chiavi di lettura delle cose, e ancor di più nelle canzoni, dove ci si può legare anche solo ad una frase che, totalmente decontestualizzata, ci può portare dove in realtà vogliamo noi e non dove intendesse l’autore.
IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Per quanto mi riguarda, io sono felice quando provo emozioni forti. Mi sento grato. Quindi qualsiasi sensazione porti ciò che faccio, sono felice che riesca a farlo.
QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Non ho mai delle liste assolute, ma ad oggi posso nominarti queste: What He Wrote di Laura Marling, Lover, You Should Have Come Over di Jeff Buckley e Habibi di Tamino.
Ecco Torpedine:
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