Il controesodo è il nuovo EP di Proia, scrittore e cantautore abruzzese che ci accompagna in un mondo di “musiche fragili come case antiche”. Un progetto art pop con influenze cantautorali da ascoltare senza pregiudizi, lasciando che l’orecchio si faccia testimone di una vita che altro non è che un catalogo di storie. “Un paio di orecchie distratte potrebbero subito definire tristi queste canzoni – ci racconta Proia – e comunque ne sarei lieto, perché riuscire a provocare sentimenti non è mai facile”. Ne abbiamo parlato con lui.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Non credo che le persone siano tristi o felici. Queste emozioni consistono in dei momenti precisi che durano pochi secondi. Sono prima l’attesa, e poi il ricordo di questi momenti a riempire la tela emotiva della nostra vita. Io cerco di non colorarla troppo, perché ambisco allo sguardo distaccato sul mondo. Ma comunque, quando serve, non ho paura di usare tutti i colori, anche quelli considerati tristi. Quando capitano le emozioni bisogna conservarle tutte con gelosia.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO EP, IL CONTROESODO, E PERCHÉ?
Credo che sia proprio il controesodo, perché il protagonista non può far altro che guardare le auto che si allontanano sull’autostrada e tornano in città. Vorrebbe trattenerle in qualche modo, ma in cuor suo è anche sollevato dalla fuga dei proprietari delle seconde case, che restano chiuse per la maggior parte dell’anno in paese. Si sta bene in fondo, quando non si è circondati da persone che vogliono divertirsi a tutti i costi.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DEL DISCO?
Paradossalmente è fffff, che parla della morte. Parla della possibilità che gli uomini riescano finalmente a liberarsi della paura di morire, e guardare alla fine della vita con serenità, accodandosi al fluire inarrestabile di tutte le cose. Ci sono delle cripte riservate a cittadini illustri da riempire, quindi viviamo con l’ambizione di farlo.

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Solo provando una profonda tristezza si può riconoscere la felicità e provare a cercarla più spesso. Quindi spero che le persone piangano ascoltando queste canzoni.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
On the Beach di Neil Young, Infiniti noi dei Pooh e Kentucky Avenue di Tom Waits. Bonus track: Non si sevizia un paperino di Riz Ortolani.

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