Abbiamo già conosciuto il malinconico romanticismo di Lena A. con i suoi singoli Tra le dita e E adesso cera. Ora però è uscito il suo primo album, Nuove stanze, prodotto da Giovanni Carnazza: un mondo elettronico in cui rabbia e amore spesso sono la stessa cosa. “Dentro Nuove stanze ci sono sette sguardi diversi, sette identità, sette storie: dal giudizio altrui che piega l’io e lo condanna ad una maschera sociale, alla libertà che dà senso ad ogni azione”, così ne parla Lena, e noi abbiamo voluto saperne di più.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Mi sento di fare musica malinconica, il che non è sempre sinonimo di triste, ma vi ho nel cuore e vi seguo sempre, quindi mi sento molto in linea HypFi! Sotto sotto però sì, mi sento estremamente felice.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO ALBUM, NUOVE STANZE, E PERCHE?
La canzone più triste credo sia Non sono Roma. La sensazione di vedere una relazione decomporsi davanti ai tuoi occhi, cercando un qualsiasi appiglio per mantenerla in vita, porta ad una tristezza insita nel vivere ogni giorno. Non sono Roma è proprio non voler vedere l’evidenza, per continuare a nuotare in una tranquillità finta, infelice, statica.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Granada: esaltazione della libertà, dell’inafferrabile, della leggerezza. Un po’ come il barone rampante, che decide di salire su di un albero e di cambiare completamente la prospettiva della sua vita, così in Granada c’è il rifiuto della monotonia e l’esaltazione di una nuova esistenza.

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
La mia musica potrebbe portare a farsi nuove domande: mettersi in dubbio porta a interrogarsi, fino a compiere scelte di cambiamento, per essere più felici. Sarebbe bello potesse avere questa finalità. Altrimenti, basta una giornata di sole, la mia musica nelle casse, una macchina con due tre amici destinazione mare.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Guarda l’alba di Carmen Consoli, Scomparire di Giovanni Truppi e Grace di Jeff Buckley.

Ecco Nuove stanze:

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