Iosonocobalto è il progetto solista della cantautrice torinese Serena Manueddu che, accompagnata da un ukulele rosso ciliegia, compone i suoi brani ricercando atmosfere oniriche, unendo melodie semplici a testi pensati per immagini conferendo al tutto un equilibrio imperfetto tra sogno e realtà. Non avere paura del buio è il suo primo album e parla di paura, di trauma e del suo superamento, ma anche dell’amore per gli altri e del bene per se stessi, dei concetti di anti-fragilità e resilienza che fanno da filo conduttore. Ne abbiamo parlato con loro.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Non ho ancora capito se faccio musica triste o semplicemente tra le nuvole… Sicuramente un po’ “Amarcord”! Più che felice mi definirei ottimista!

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO ALBUM, NON AVERE PAURA DEL BUIO, E PERCHÉ?
La canzone più triste del mio album è sicuramente Costruisco mulini a vento perché è quella che più mi ricorda i momenti difficili, ed è anche capitato che qualcuno si commuovesse ascoltandola durante i concerti.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
“Lei è per me un pensiero romantico, immobile nel tempo come una fotografia…”: Bologna, senza dubbio!

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Le mie canzoni sono come un pezzo del mio diario segreto che metto a disposizione di tutti, in cui traspare senza troppi veli un senso di spaesamento… Qualcuno potrebbe ritrovarsi nelle mie sensazioni ed essere felice nel sentirsi in compagnia! A me capita con le canzoni degli altri…

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Cosmic Love dei Florence + The Machine, This Woman’s Work di Kate Bush, Blue di Joni Mitchell.

Ecco Non avere paura del buio:

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