Cani, stelle e videotape è il nuovo EP dei Granelli, band di Bergamo il cui nome è anche il cognome di Giorgio, che ne è la voce e condivide i palchi insieme a Davide, Lorenzo e Zenk.
Un lavoro tra cantautorato pop e indie-rock, in tensione tra appartenenza mediterranea e affinità nordiche, che racconta come il desiderio di trovare un orientamento nella vita sia il perno di ciascun movimento a partire da, oppure verso, questi – e altri – punti di riferimento. Ne abbiamo parlato con loro.

QUANTO VI SENTITE HYPFI? CIOÈ, FATE MUSICA TRISTE MA SIETE PERSONE FELICI?
Da uno a dieci, 7. Non siamo tristi come persone in generale, ma le nostre canzoni non sono esattamente una botta di spensieratezza.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL VOSTRO EP CANI, STELLE E VIDEOTAPE E PERCHÉ?
Radiatori. Tutte le canzoni partono un po’ tristi, ma poi si risolvono; Radiatori, invece, è un loop di malinconia irreversibile!

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’EP?
Forse Polare, perché l’abbiamo scritta proprio per andare avanti dopo un periodo (si può dire?) di merda.

IN CHE MODO LA VOSTRA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Se è un periodo che non potete viaggiare, vi perdete anche la malinconia del rientro. Ecco, noi possiamo farvi felici con la nostra musica perché rievochiamo quel momento di gioia e malinconia di quando si torna a casa dopo aver fatto un’esperienza.

QUALI SONO LE VOSTRE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Pictures of You dei Cure, Lonely Day dei System of a Down, Un malato di cuore di Fabrizio de Andrè. Bonus: Il circo discutibile di Elio e Le Storie Tese.

Ecco Cani, stelle e videotape:

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