Abbiamo da poco conosciuto i lombardi Bluedaze, grazie al loro singolo Dreamwalk, e subito il loro dream pop psichedelico ci ha conquistati. Ora che è uscito Skysurfers, il loro album d’esordio, ne abbiamo approfittato per incontrarli: “a volte è groovy, altre volte malinconico, poi torna ad essere solare – così lo presentano – perché tutti noi siamo tutto questo, ogni giorno”.

QUANTO VI SENTITE HYPFI? CIOÈ, FATE MUSICA TRISTE MA SIETE PERSONE FELICI?
Siamo estremamente HypFi! E a volte però siamo anche il suo esatto opposto: siamo tristissimi e ci escono canzoni molto felici. E’ il bello della musica: non importa che emozione sia, basta che sia emozionante.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL VOSTRO ALBUM, SKYSURFERS, E PERCHÉ?
Probabilmente FOMO (che, guarda un po’, è anche una di quelle più danzerecce). Ma in verità è la più triste perché, a differenza delle altre, non contiene nessuno slancio né di speranza né di risoluzione. Parla di quei momenti in cui hai la sensazione che tutto ti stia scivolando dalle mani. Troppe cose da fare, troppi pensieri, tutti che si aspettano qualcosa da te e tu ti senti come se qualcuno ti stesse buttando fuori dalla tua vita. E’ una sensazione che diventa sempre più presente man mano che cresci e con la quale è difficile fare i conti. Per alcuni è il prezzo da pagare per diventare adulti, per altri – e per noi – è un compromesso inaccettabile, ma questa posizione genera un’enormità di conflitti…

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Eh, bella domanda! Probabilmente è Drive Away, l’ultima traccia del disco. Nonostante sia il brano con la veste sonora più scura di tutto l’album, è anche quella con il maggior carico di speranza. E’ un consiglio, un invito a continuare ad andare, anche se non vedi la meta, anche se ti senti sol*. Comunque andare. Come dire, è solo una fase. Prima o poi cambierà.

IN CHE MODO LA VOSTRA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Siamo cintura nera di “sdrammatizzare”. Tra di noi facciamo sempre questa cosa di prendere seriamente le stupidaggini e stupidamente le cose serie. E cerchiamo di farlo anche con la musica: proviamo a invertire i fattori per vedere come cambia il risultato. Proviamo a ballare i problemi. Sculettare i massimi sistemi. Ci piacerebbe moltissimo sapere che fa altrettanto anche chi ci ascolta!

QUALI SONO LE VOSTRE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Hey You dei Pink Floyd. È di una disperazione tale, che fa il giro e diventa quasi speranza. Pensa a quando dice: “Hei you! Don’t help them to bury the light!”. Per poi chiudere però, inesorabile, con: “together we stand, divided we fall”. Immensa.
I Was Made to Love Magic di Nick Drake. La lucidità e la poesia con cui Nick Drake canta della sua solitudine e della frustrazione del non appartenere a niente e a nessuno è folgorante. “I was made to love magic / All its wonder to know / But you all lost that magic / Many, many years ago”.
Strange Fruit di Billie Holiday. La voce, il testo, l’arrangiamento, il tema trattato, la metafora utilizzata, il fatto che fosse cantata da una donna con quella vita alle spalle. Tutto in questo brano è dolore puro.

Ecco Skysurfers:

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