Fragile è il primo EP di Clio and Maurice, il duo milanese voce e violino che abbiamo conosciuto con i singoli Lost e Friend. Un lavoro tra pop e soul, con tanta voglia di sperimentare. “Il filo conduttore è quello di emozioni e identità fragili, a partire dal punto di rottura per arrivare alla presa di coscienza di un’inevitabile incompletezza”: così lo presentano Clio and Maurice, che abbiamo incontrato per parlarne.

QUANTO VI SENTITE HYPFI? CIOÈ, FATE MUSICA TRISTE MA SIETE PERSONE FELICI?
Si, ogni tanto siamo anche felici! Per noi la musica è un atto profondamente terapeutico, quindi ad essere affrontati e sviscerati nelle nostre canzoni sono i momenti di tristezza e difficoltà.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL VOSTRO EP FRAGILE, E PERCHÉ?
Diremmo Blue: è proprio triste, senza mezze misure. Inizialmente volevamo metterla per prima in scaletta, ma poi ci siamo detti che forse non era il caso di devastare le persone ancora prima di esserci presentati.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’EP?
A questo giro canzoni veramente felici non ne ce sono. Abbiamo moltissime sfumature di tristezza, malinconia, un po’ di rabbia, determinazione e un barlume di speranza. Ci impegniamo a tirar fuori almeno una canzone felice nel prossimo disco.

IN CHE MODO LA VOSTRA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Come abbiamo detto prima per noi la musica è terapeutica e catartica: scriviamo canzoni tristi per poter essere felici. E lo facciamo con la speranza che possa essere lo stesso per chi le ascolta, magari dopo averci ritrovato dentro un pezzo di sé e della propria vita.

QUALI SONO LE VOSTRE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
I Get Along Without You Very Well, suonata e cantata da Chet Baker (per Clio), Trovami un modo semplice per uscirne dei Verdena (per Martin) e Vedrai, vedrai di Luigi Tenco, la canzone più triste mai scritta (per entrambi).

Ecco Fragile:

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