Elsa Birgitta Bekman è una giovane cantante olandese, e per HypFi è stata una delle più sorprendenti scoperte dell’anno. Singolo dopo singolo ci siamo innamorati delle sue dolci melodie, da Waiting for You a All ‘Bout Love fino all’ultimo On My Way. Oggi è uscito il suo album d’esordio, Once In My Life, e ne abbiamo approfittato per parlarne direttamente con lei.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Sono una persona molto felice per chi mi sta accanto, ma sotto la superficie c’è sempre anche un po’ di tristezza. Sono allo stesso tempo una persona molto empatica e questo mi fa sempre provare emozioni molto forti. Quando sono arrabbiata divento una furia fino letteralmente ad esplodere, mentre quando sono felice o entusiasta finisco sempre per ballare nella mia stanza. Adoro far ridere la gente, è una cosa che mi viene naturale ed è stato così per tutta la mia vita. Figurati che mia madre mi chiamava il suo “piccolo clown”.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO ALBUM, ONCE IN MY LIFE, E PERCHÉ?
Direi Wooden Shoes, una canzone che parla del divorzio dei miei genitori e di come ha cambiato le nostre vite per sempre. Di quanto mi preoccupo della loro felicità e di quella di mio fratello e anche della mia. Del desiderio di tornare indietro nel tempo e cambiare quello che è successo, rendendosi però conto che è impossibile. È la più grande perdita che abbia mai subito nella vita. Più grande di tutte le storie d’amore finite male. È profondamente radicata in me e ha creato una sensazione perenne di nostalgia e malinconia.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Se la giocano You’re Not My Favourite Sandwich e Desire Lines. La prima senza dubbio lo è per le sonorità accattivanti e felici, ma Desire Lines è quella con una storia più profonda, anche se con un lieto fine. Canto le mie difficoltà nel cercare di trovare la giusta direzione nella mia vita, ma alla fine tutto torna a funzionare e trovo la strada di casa. Il tutto accompagnato da un piano swing, una chitarra e una trentina di altri strumenti (forse anche di più, è stato pazzesco!). Non fa per me scrivere canzoni che parlino solo di felicità. Anche nelle mie canzoni allegre c’è sempre un pizzico di cinismo. Di solito scrivo di relazioni fallite o comunque di difficoltà, perché questi sono i momenti della vita da cui traggo ispirazione. Quando sono felice, vivo la mia vita e non sento il bisogno di esprimere le mie emozioni scrivendo musica.

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Anche se la maggior parte delle mie canzoni parla di momenti tristi, scrivo sempre pensando alla luce in fondo al tunnel. Non puoi evitare la tristezza o l’infelicità nella vita: ne fa parte ed è meglio abbracciarla nel momento in cui ti colpisce anche pesantemente. Immergiti in quelle emozioni, sentiti triste. E allora sarai in grado di tornare felice.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Here Comes The River di Patrick Watson, Dans Ma Rue di Edith Piaf e A Day Without Rain di Enya. Here Comes The River è uscita lo scorso anno e sono diventata immediatamente ossessionata da questa canzone. L’ho ascoltata ripetutamente per giorni. Il momento in cui iniziano a suonare le note alte del pianoforte è quello in cui inizio a piangere. La sto ascoltando proprio ora e sta succedendo di nuovo. È una specie di riflessione sui momenti più tristi: malgrado ci siano, andiamo avanti con le nostre vite con nuove cicatrici, ma sempre anche con nuove speranze. Dobbiamo andare avanti. Dans Ma Rue è la tragica storia di una bambina che vive a Montmartre. Si siede alla sua finestra di notte, terrorizzata dalla gente che passa. Suo padre è un alcolista, sua madre cerca di mantenerli economicamente. Un giorno il padre le dice che non può più vivere a casa e che deve iniziare a prendersi cura di sé prostituendosi. Ora è lei a spaventare le persone di notte e tutto ciò che vuole è che Dio la porti via da questo incubo. Le sue preghiere vengono esaudite e muore nelle strade fredde e piovose di Montmartre. A volte suoniamo questa canzone durante i concerti e non è raro che alla fine mi vengano le lacrime agli occhi. L’ultima, A Day Without Rain è una canzone che mi fa venire molta nostalgia, perché l’ho sentita per la prima volta in un momento molto emozionante, non molto tempo prima che i miei genitori divorziassero. Eravamo tutti seduti in una stanza d’albergo a Parigi, i miei genitori, mio fratello e io. Mia madre aveva comprato l’album e l’ha messo su. È la prima canzone e per me è stata la prima volta che ho sentito la musica di Enya. Dopo quella volta mia madre l’ha ascoltata molto, quindi nei miei ricordi le canzoni dell’album sono diventate la colonna sonora di quel periodo triste. Quando la ascolto, ripenso a quando ero una bambina. Da un lato con una sensazione di sicurezza, perché ero piccola con i genitori a proteggerti e dall’altro un sentimento di tristezza e paura, perché tutto stava per crollare.

Ecco ONCE IN MY LIFE:

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