Crescere è il singolo di debutto del brianzolo Scaleno, un brano sfacciatamente autobiografico che cerca di capire cosa ci serve per uscire dagli schemi di pensiero più tossici della nostra società, che ci legano alla tristezza e alla frustrazione.

Insieme al suo singolo, è lo stesso Scaleno a consigliarci 10 canzoni che con la loro malinconia possano renderci felici, perfette da ascoltare subito dopo Crescere:

Pink FloydMother
Non sono il più grande fan dei Pink Floyd, ma faccio un’eccezione con lacrimuccia per The Wall. In particolare questa canzone mi spezza il cuore ogni volta: il testo, la desolazione, quell’assolo di chitarra incredibile — secondo me è il migliore in assoluto di Gilmour, anche se è tra i più semplici. O forse proprio per questo? Una delle poche canzoni che mi fanno quasi sempre quasi piangere.

AsacloudSeptember
Non è la nota canzone piena di gioia degli Earth, Wind and Fire, bensì uno dei lavori più interessanti di Asacloud, un giovane artista italiano che crea canzoni che semplicemente ti portano da un’altra parte. Mi piacciono i brani che ti prendono per mano, anche se non ti portano in un posto che è necessariamente il più grazioso in cui sei mai stato.

Billie EilishWhat Was I Made For?
Se si parla di canzoni tristi è facile ma anche doveroso pensare a Billie Eilish, che ha dato la giusta dose di presamale a un’intera generazione di ragazzi che ne sentivano disperatamente il bisogno. Come mi capita per altri artisti, non ho una sua canzone preferita, ma tutta la sua opera è un magma delle emozioni che voglio da lei. Il ricordo più forte che ho di Billie Eilish però è lei che canta con un ukulele una versione da brividi di I Will dei Beatles, in macchina, senza tutta quella produzione sotto — una versione dalla quale si capisce bene che, nonostante quello che dicono gli haters, ha un talento pazzesco.

Davide Van De Sfroos40 Pass
Farmi piangere è facile: basta mettere questa canzone di Van De Sfroos, che mi fa venire venire in mente con precisione cinematografica mio nonno, quando da piccolo mi portava ad accendere una candelina nel Duomo di Milano per i nostri parenti che non c’erano più. Credo che adesso non ci potrei manco più entrare: dovrei pagare perché non sono residente a Milano. Ho smesso con le chiese, altrimenti ci andrei a recitare per lui “Una preghiera per Bob Marley / e per el nonnu in paradiis / una candela a sant’Ambrös / una candela a san Vituur.”

John LennonJealous Guy
Il patriarcato esiste e dobbiamo farci i conti. È difficile trovare canzoni che riescano a unire alle confessioni personale una qualche forma di analisi sociale, e questa è una di quelle. In questa canzone John Lennon esamina i propri comportamenti tossici, fatto di per sé rilevante per una canzone di più di cinquant’anni fa. La sua voce è un sussurro, solo poco più forte del suo fischiettare.

David BowieLazarus (ma tutto Blackstar)
Sembra ieri, eppure sono già passati sette anni dalla morte di David Bowie. La prima reazione pensando a questo disco è di puro e semplice magone: Lazarus era uscita subito dopo la sua scomparsa e ancora oggi non riesco a non guardare il video senza sentire un groppo al cuore. Il bello è che l’uscita di una canzone chiamata così solo pochi giorni dopo la sua morte è stato un progetto artistico ben preciso, definitivo, esaltante e terrificante al tempo stesso. Nella nostra società la morte è un tabù, ed è in effetti spaventosa, ma Bowie è riuscito a darle un senso e inserirla a coronamento del suo percorso artistico. Tutto il suo ultimo disco trasuda una tristezza profondissima ma al tempo stesso agrodolce — le circostanze particolari della sua pubblicazione non devono far dimenticare la qualità musicale e il fortissimo gruppo che accompagna Bowie, con uno stellare Mark Guiliana alla batteria.

The Rolling StonesLove in Vain
Nella sua autobiografia, Keith Richards dice che bisogna tornare a casa con il cuore spezzato, “possibilmente molte volte,” per suonare il blues: non bisogna imparare come si fa, bisogna sentirlo. Questa canzone — in tutte le sue versioni, anche quella originale di Robert Johnson — per me è stata un po’ questo, in occasione di un amore di gioventù, ormai tanto tempo fa. Basta anche una volta sola, Keith, grazie.

NadaChe freddo fa
Pensavo che Nada fosse un nome d’arte, invece ho scoperto che è il vero nome dell’artista — anzi, il nome completo all’anagrafe è Nada Malanima. Con un nome così non poteva che essere l’interprete di una dei classici melodici italiani del passato più lugubri e tenebrosi: “cos’è la vita / senza l’amore / è solo un albero che foglie non ha più.”

La rappresentante di listaUn’isola
Mi piacciono le canzoni che riescono a mettere in relazione la sfera più intima e privata con l’analisi della società in cui ci troviamo a vivere. Secondo me i ragazzi della Rappresentante di lista, con questa gemma, ci sono riusciti. Ogni volta che la sento mi si spezza il cuore: mi fa pensare quanto le persone possano essere atomizzate, una contro l’altra, e in definitiva inghiottite dalla propria solitudine, con poche cose che sembrano importanti in testa a cui non sono disposti a rinunciare — tutte messe in testa da un discorso pubblico che ci dice di essere solo singoli individui, non parte di una comunità.

Rino GaetanoEscluso il cane
Ma togli il cane… Rino Gaetano alla fine degli anni 70 quello che pochissimi in Italia sono poi riusciti a delineare — la stessa cosa fatta dai ragazzi della Rappresentante di lista quarant’anni dopo. E contiene un distico incredibile che è tra i più nichilisti e drastici della musica leggera italiana, per descrivere le persone intorno a Rino: “Miscredenti e ortodossi / di aforismi perduti nel nulla”.

Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ogni giorno, UNA CANZONE TRISTE. Perché non c’è niente di meglio che ascoltare qualcosa di triste, per provare a essere un po’ più felici.

E poi INTERVISTE, LIVE e PLAYLIST per una dose quotidiana di HypFi.