Anna e l’appartamento (all’anagrafe Anastasia Brugnoli) è una cantautrice veronese classe 1991, che ha appena pubblicato il suo album d’esordio, omonimo. Un disco che svela, racchiude e racconta le persone e i sentimenti quotidiani della cantautrice: un’autobiografia sfacciatamente pop dedicata a tutti i sognatori e ultimi romantici racchiusi nei propri appartamenti. Ne abbiamo parlato con lei.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE
Non sono sicura di scrivere canzoni tristi. Però sicuramente nei brani di Anna c’è sempre quel velo di lacrimuccia che brilla e che copre l’occhio anche se non si capisce bene se sia gioia, rabbia o tristezza. Quello che so per certo è che è tutto “tanto” e portato all’ennesima potenza. Nella vita in realtà non sono molto diversa da così, però – credo – di sembrare molto più pacata a prima vista.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO ALBUM, ANNA E L’APPARTAMENTO, E PERCHÉ?
Indubbiamente, per me, Le favole della buonanotte. Anche se è una tristezza che però, un po’ come dicevo sopra, si mescola sempre con un sorriso. Perché l’ho scritta per mia figlia e perché “spero che sarai felice fino a dimenticarti di me”.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Come non so se ci siano davvero canzoni tristi, anche le più felici in realtà hanno sempre un elemento di dualità. Forse però direi Provvisoria, perché quantomento quell’“elegantemente vaffanculo” è davvero liberatorio.

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Cantandoci sopra a squarciagola.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Allora, non so se si possa catalogare come triste ma io l’ho sempre trovata molto malinconica e piango ogni volta che la sento: Io che amo solo te di Sergio Endrigo. Seguono in coda Please, Please, Please Let Me Get What I Want degli Smiths e Lilac Wine di Nina Simone (anche nella versione di Jeff Buckley).

Ecco Anna e l’appartamento:

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