Ginevra Gammanossi, in arte Jigamma, classe ‘02, è una cantautrice livornese con sede a Bologna. Nel suo nuovo singolo, Che ne so, racconta uno di quei momenti dove ci ritroviamo a fantasticare su uno sconosciuto: uno sguardo intercettato in treno, l’amore che dura il tempo di un viaggio.

Insieme al suo singolo, è la stessa Jigamma a consigliarci 10 canzoni che con la loro malinconia possano renderci felici, perfette da ascoltare subito dopo Che ne so:

Pat Metheny GroupMinuano (Six Eight)
Parto da un brano che ha un sapore agrodolce, inizialmente ti ricopre di tristezza ma alla fine arriva il verde. Adoro la sensibilità di Pat Metheny, la sua abilità nel farti emozionare, il suo suono inconfondibile, la sua maestria nello scavarti nell’anima. La voce iniziale ha un che di maestoso e dignitoso, di una ritualità antica. Non provo tristezza pura ascoltando questo pezzo, ma una sensazione che non mi da pace, quasi un tormento che ha come sfondo il triste grigio.

DjvanMilagreiro
La speranza e la disillusione. Ora, so che parlare di tristezza e di speranza è ormai un clichè, ma proviamo a ragionare da un punto di vista prettamente tecnico: la struttura di questo brano non ha pace, è come un cerchio che sta cercando una connessione con il mondo esterno attraverso due meravigliose voci: Càssia Eller e Djvan. Grande brano, colonna sonora di molti miei momenti no.

Lucio DallaLa casa in riva al mare
Maria, stai tranquilla, arriverò te lo prometto. Come possiamo non emozionarci di fronte alla tristezza di questo testo, della speranza che vive fino all’ultimo, alimentata dall’immaginazione e dai sogni. Dalla ha la capacità di raccontarti cose estremamente tristi in maniera così poetica. Il sogno che può diventare realtà solo attraverso l’immaginazione, solo attraverso l’amore per la libertà. Quando mi sono trasferita a Bologna mi ha aiutata a rimanere connessa con il mare che ormai non sentivo più mio.

Samuele BersaniReplay
Questo brano mi distrugge ogni volta che lo ascolto. La perdita dei ricordi è un argomento che mi dà da riflettere spesso e Bersani in questo capolavoro riesce a riassumerlo benissimo, con un giro armonico che tormenta e un testo delicato ma impattante. “dentro al replay, per un attimo c’ero e anche lei”, quello che vedi adesso su uno schermo non è la tua immagine, ma il ricordo che hai di quel preciso momento, eternamente mutabile. Ricordare è uno dei gesti d’amore più potenti che abbiamo a disposizione e in questo pezzo esce fuori tutto.

Ariel RamirezAlfonsina y el mar (versione di Mercedes Sosa)
Il mare, ahia, argomento tosto per me. La voce materna di Mercedes Sosa accompagna con estrema dignità il suicidio che viene raccontato nel brano, ti culla proprio come farebbe il mare. Gettarsi in acqua e non risalire più, un modo di morire ancestrale, tornare da dove siamo venuti: triste, ma poetico. Ero indecisa se mettere questo brano o La Peregrinaciòn, ma questa storia, di una tristezza infinita, meritava di essere scelta.

Luigi TencoUn giorno dopo l’altro
Canzone triste per eccellenza. C’è rassegnazione, delusione e tristezza. Tenco, tu mi fai pensare: alla vita, alla morte, al mondo che cambia e io con lui, mi rendi consapevole del tempo che passa e dei sogni che sto cercando di realizzare, di quanto sia importante avere consapevolezza di non essere immortali. Ma nella tua resa di fronte alla falsa speranza io mi allontano, forse per gioventù o illusione. “un giorno dopo l’altro, la vita se ne va, domani sarà un giorno uguale a ieri”

Astor PiazzollaSoledad
Non posso farci niente, Piazzolla mi colpisce sempre al cuore, in questo caso con una lama di tristezza così elegante da renderla quasi desiderabile. Soledad è un brano che ascoltavo spesso quando ero più piccola ed avevo bisogno di essere consolata, di non sentirmi sola immersa nella tristezza adolescenziale. E senza capirne il motivo andavo a ricercare nel Nuevo tango tutto
l’amore di cui avevo bisogno. La mia anima e quella di Astor si sono toccate più e più volte, nell’immenso valore della sua musica. Note che mi hanno guidata all’interno di un mondo che sa
essere davvero triste, come questo brano. Grazie Astor.

Jacques IbertFlute concerto: II. Andante
L’emozione che mi fa provare questo brano è una bellissima tristezza, legata ad una persona speciale, che stimo tanto. In questo concerto (soprattutto in questo movimento) si percepisce la
maestria di Ibert nel trovare soluzioni armoniche e melodiche che possano spezzarti l’anima in due, accogliendoti nella tristezza che non ha bisogno di parole. Ti senti trasportata via dal vento, immersa nella vita come non mai, una vita dal sapore non troppo dolce. Consiglio l’ascolto a tutte quelle persone che hanno bisogno di essere ascoltate interiormente, anche solo per 7 minuti.

Bobo RondelliPer amarti
“Per amarti, che ti lascio andare”, libera, via. Cosa resta di me, se non la tristezza di un addio. Grande gesto d’amore quello di lasciar andare, lasciar vivere la vita di chi si ama perché non si è padroni di nessuno. Ti lascio andare ma ti ho dentro, nei pensieri e nei ricordi, quindi in realtà una parte di te rimarrà sempre qui, con me. Bobo abbiamo guardato lo stesso mare tante volte, proprio per questo forse la tua musica mi emoziona così tanto.

FulminacciLa siepe
Questo debole che ho per la voce di Fulminacci non mi lascia pace, mi piace la sua musica, mi piace come scrive, ma soprattutto mi piace la sua espressività. In questo brano racconta la
solitudine dell’uomo e il bisogno di riconnettersi con il mondo, che non è per forza un processo “triste”. La parte malinconica del brano secondo il mio parere è la sua voce, che sembra assorbita dalla tristezza e da un’introspezione tormentata. Il tutto lascia però spazio alle interpretazioni, d’altronde la tristezza, come tutte le emozioni, è soggettiva.

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