Io non sono qui è il primo album del cantautore veneziano Indro Fiume, nome d’arte di Giovanni Conigliaro, un lavoro ispirato dalla matrice del rock / new wave degli anni 80, che racconta una rieducazione sentimentale attraverso un attento studio personale. Ne abbiamo parlato con lui.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Per me la felicità è una percezione connessa alla nostra coscienza, perciò soggettiva e legata a momenti che la fragilità della vita stessa rende impercettibili e sfocati tra loro. Per quanto mi riguarda potrei dire di essere felice quando penso di essere felice.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO ALBUM, IO NON SONO QUI, E PERCHÉ?
Io non provo tristezza in ciò che scrivo, ma intensità emotiva sì, cioè tendo ad andare oltre la superficie per vedere cosa c’è al di là dell’apparenza delle sensazioni che provo e ad esternarlo. Per me Fumo blu è un brano particolarmente delicato che ti porta in un insieme di istanti che si legano l’uno all’altro per poi essere dimenticati nel tempo inarrestabile e incontrollabile.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Moon Over Me mi provoca una sorta di liberazione vocale ed espressiva per ciò che mi comunica e che è intrinseco nella sua ambizione di voler comunicare un messaggio, perciò potrei dire che in un certo senso è, almeno per me, una canzone felice.

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Se si ascoltano attentamente i brani del disco, oltre l’ermetismo, tra suoni e parole potrebbero scorgersi lampi di luce nel buio, ognuno potenzialmente troverebbe parti di sé in ciò che raccontano e, liberandosi da pregiudizi ed abbandonandosi alla semplice percezione, sentirsi riconnesso alla propria purezza ed ingenuità senza vergognarsene ed essere felice di sentirsi senza vincoli, almeno per qualche momento.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Posso citarne tre tra quelle che mi vengono in mente per prime: Crystal Ship dei The Doors, sono sempre stato molto legato alla forte poetica e mistica di Morrison che in questo brano mi rende particolarmente “aeriforme”, una sensazione di melanconia capace di trasportare in alto, tra la bellezza delle parole e della melodia. How To Disappear Completely dei Radiohead, questo brano è una rappresentazione di come può essere percepito il nostro mondo: una realtà in cui non riusciamo mai ad essere, ma soltanto ad apparire, però trascendendo gli stati solidi della materia, potremmo iniziare ad avvicinarci ad una verità celata… From The Edge of The Deep Green Sea dei The Cure, siamo noi stessi ostacoli di ciò che potremmo essere insieme a qualcuno, non riusciamo a mantenere quel sogno di comunione spirituale e lo lasciamo sfuggire tra le dita, nonostante in un dato periodo del nostro presente vorremmo che non fosse una distopica visione dell’amore ma quello più puro, quello che non ci fa più sentire a miglia di distanza da casa.

Ecco Io non sono qui:

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