Giovanni Battaglino è un cantautore con all’attivo una carriera trentennale (collaborazioni con Ennio Morricone, Giovanni Allevi, Renato Zero, Laura Pariani), che torna con Ricominciare dalle parole, un lavoro che mette al centro appunto la parola. il titolo nasce dal fatto che da queste nascono storie, incontri, progetti. La parola stimola a uscire da sé stessi per esprimere sentimenti ed idee. Ne abbiamo parlato con lui.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Sì, sono una persona tendenzialmente felice, ho momenti di tristezza che però riesco a superare vivendoli. Ma se ascolto le mie canzoni dal di fuori direi che sono HypFi 50 e 50. Le mie canzoni suonano spesso malinconiche, introspettive. Non la considero una cosa negativa. Credo che la musica sia piena di colori, una tonalità minore non è necessariamente triste, come una pulsazione lenta può essere riflessiva e contemplativa senza essere triste. Se la musica è bella, può dare gioia anche essendo struggente, lacerante, malinconica. La bella musica mi ha sempre reso felice, anche quella considerata “triste”.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO ALBUM, RICOMINCIARE DALLE PAROLE, E PERCHÉ?
Parlando per opposti direi che la canzone più triste è quella che apre il disco, Il peso delle cose anche se è quella apparentemente più allegra, ha un ritmo in levare, una melodia da canticchiare. Ho pensato che per dare il giusto “peso” e rendere efficace il testo che non è certo allegro ci volesse una musica leggera e scanzonata.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Seguendo lo stesso processo la canzone più felice è Non ho occhi. Anche se parla di un non vedente e ha un titolo che contiene una negazione nasce da un bel progetto con l’Unione Ciechi e Ipovedenti di Torino. Scrivere questa canzone mi ha fatto scoprire il loro mondo, la loro natura. Io ingenuamente pensavo che una persona cieca fosse meno fortunata ma i non vedenti che ho conosciuto sono molto più felici e “risolti” di noi normo vedenti.

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Attraverso le strutture melodiche delle mie canzoni forse. Ci lavoro molto, cerco di creare linee melodiche che possano stare in piedi anche senza accompagnamento. Chi ascolta il mio disco poi mi dice che lo fa stare bene. È un disco tutto suonato, ci sono molti bravi musicisti coinvolti che hanno suonato con passione, impegno e gioia cercando di fare bella musica. Credo tutto questo rimanga nelle orecchie di chi ascolta e lo renda felice.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Pyramid Song dei Radiohead, Morning Sad Morning dei Free, Quella carezza della sera dei New Trolls, Mia cara Ines dei Solutumana e Les feuilles mortes di Ives Montand.

Ecco Ricominciare dalle parole:

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