Il fieno è una band lombarda, che ha da poco pubblicato il suo secondo album, Riverberi. Il debut album I vivi aveva ottenuto la candidatura come Miglior Opera Prima al Premio Tenco e la vittoria del premio MEI Superstage nel Meeting delle Etichette Indipendenti di Faenza. Riverberi continua un interessante percorso tra indie pop e new wave, come conferma il singolo Everest. Abbiamo parlato con Il fieno per saperne di più della loro musica.
QUANTO VI SENTITE HYPFI? CIOÈ, FATE MUSICA TRISTE MA SIETE PERSONE FELICI?
Non so dirti se facciamo canzoni davvero “tristi”, e non saprei nemmeno dirti se siamo o meno persone felici. Probabilmente non siamo felici, non più delle nostre canzoni comunque. Che però non sono tristi secondo me. Mi sono perso aiuto.
QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DI RIVERBERI? E PERCHÉ?
Canzone semplice a mani bassissime. Quando a 00:20 entra il synth sono lacrimoni. In generale poi il testo è proprio da malinconia dura.
E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Lucertole, che è la nostra Feel Good Hit Of The Summer. Tipo quando vai il week end al mare, coi primi caldi. E poi piove.
IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Credo che facciamo musica capace di far sentire meno sole le persone. Me l’ha detto una persona non molto tempo fa, ed è il complimento più bello che ci abbiano mai fatto.
QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Ti direi One More Time dei Cure, che riesce ad essere triste nonostante il synth in modalità flauto indiano; poi Eyepennies di Sparklehorse e (Are You) The One That I’ve Been Waiting For di Nick Cave. Menzione speciale per Not The Same dei Dinosaur Jr, con un J dal cuore tenerissimo.
Ecco Riverberi:
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