Martina Di Roma è una giovane cantante che, dopo aver frequentato scuole jazz, si è esibita come solista e all’interno di ensemble in diversi locali e festival del milanese. Invisible Pathways è il suo primo EP, un disco intenso e personale che mischia influenze jazz e un pop sofisticato e di respiro internazionale, un pianoforte complice e magnetico, e gli ultimi quattro anni della sua vita.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Sono una persona felice con una vena malinconica come filo conduttore della mia vita. Scrivo canzoni tristi perché è ciò che sento di poter esprimere ora, quindi direi che sono in buona parte HypFi.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO ALBUM, INVISIBLE PATHWAYS, E PERCHÉ?
La canzone più triste del mio disco è The Acrobat, il brano che racchiude anche il significato del titolo del mio disco. Ho voluto usare una similitudine per descrivere una sensazione di instabilità come è instabile un acrobata durante un suo numero. Nel brano racconto di quanto io mi sia sentita sola, chiusa nella mia testa su questi sentieri bui e paurosi. Le mie fragilità sono libere di essere accolte da chi ascolta.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Farò una distinzione tra felicità armonica e felicità di testo. Il brano più felice musicalmente è sicuramente Bittersweet, che ha un inizio lento ma poi esplode nel finale e cantarlo è una gioia e motivo di liberazione per me, per quanto il testo comunque non sia esattamente allegro, sto pur sempre parlando di come mi sento: bloccata e sola. La traccia più felice, ma più che felice è speranzosa, è Healing che chiude il disco e lascia una nota dolce. Qui parlo di come io sia pronta ad affrontare le mie emozioni e le mie fragilità senza timore e di avere voglia di guarire, e rifiorire dopo momenti difficili.

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
La musica viene scritta per se stessi in primis ma soprattutto per essere ascoltata e compresa da altri. Penso che i miei brani possano aiutare le persone in un momento di difficoltà a sentirsi meno sole, comprese e così sentirsi normali.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Solo 3? Ci provo: Lush Life di Billy Strayhorn, è una canzone stanca e quasi sognante, che racconta la vita di persone sole che cercano il conforto ovunque riescano a trovarlo. Chi racconta, sconsolato, deciderà di vivere la sua triste e solitaria vita in uno di quei bar cupi in cui finiscono tutte le persone sole. Misguided Ghosts della mia band del cuore, i Paramore. La melodia e l’armonia già danno il tocco di tristezza q.b. ma le parole poi finiscono il lavoro. Scappare via dai propri errori e dalle persone che ci hanno fatto male, fantasmi che cercano il proprio posto nel mondo dopo aver provato tanto dolore. Strange Fruit di Billie Holiday, lo strazio nel cantare una vicenda così terrificante, la cattiveria umana che porta a certe situazioni e visioni orribili.

Ecco Invisible Pathways:

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