Aspettando Ribot è l’album d’esordio del lombardo Roberto Benatti, che dopo aver militato in diverse band si è dedicato a un percorso solista nel quale confluiscono i suoi diversi interessi, il cantautorato, la letteratura e la poesia. Una sua personalissima autobiografia musicale dal sapore dolce-amaro: Milano, Silvia, il ruolo di padre e molto altro, con un velo di malinconia.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE
Ho due figlie, una grande di quasi undici anni e una più piccola di tre. Tra i libri per l’infanzia che sfogliamo insieme ce n’è uno di grande successo, Il mostro dei colori, dove ogni stato d’animo è rappresentato, appunto, da un colore. In quel libro la tristezza, azzurra, è descritta così: “è sempre il rimpianto di qualcosa”. Trovo questa sia una definizione perfetta, sia per quel suo perentorio “sempre”, che, per quanto io provi a cercare, non riesco a smentire, che per quel “qualcosa”, che invece suona così meravigliosamente vago. Se dunque la tristezza è rimpianto, beh, le mie canzoni ne sono intrise; è però una forma di rimpianto non disperata, ma matura; il rimpianto provato da una persona che ha raggiunto una forma di felicità, ecco. Eccomi dunque al punto: mi sento decisamente Hypfi!

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO ALBUM, ASPETTANDO RIBOT, E PERCHÉ?
Se diamo per accettata la definizione della mia risposta precedente, dire che la canzone più triste del disco (nonché la mia preferita!) è QT8. La forma di rimpianto che esprimo in QT8 è poi di un tipo davvero particolare: è dedicata ad un quartiere dove, mentre scrivevo, stavo vivendo, avendo però la consapevolezza che di lì a poco – anche se non sapevo quando ne verso dove – l’avrei abbandonato. La canzone è perciò intrisa di nostalgia verso un mondo presente.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Decisamente Tu dove sei, una canzone che parla della mia compagna, Silvia, e che spero riesca a trasmettere un po’ della sua freschezza e energia vitale.

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Una cosa in cui credo fermamente è che tutti i luoghi e tutte le persone meriterebbero almeno una canzone. Ecco, il mio disco credo possa in questo senso rendere felice qualcuno dandogli l’ispirazione, lo stimolo per fare quello che ho cercato di mettere in atto: il dedicare la scrittura a qualcuno, o ad un luogo che si ama, che pensiamo meriti almeno un po’ di poesia. Questo è uno dei complimenti migliori che ricevo da chi ascolta le mie canzoni: ascoltandole viene voglia di scriverne. Probabilmente perché non sono un vero chitarrista e men che meno un vero cantante, ma qualcosa riesco a trasmettere, ecco. E dunque tutti – giustamente! – si rendono conto che si può fare. E l’idea di poter fare qualcosa è una delle migliori forme di felicità che ci è dato vivere.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Rimini di Fabrizio De André, Know di Nick Drake e One Too Many Mornings di Bob Dylan.

Ecco Aspettando Ribot:

Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ogni giorno, UNA CANZONE TRISTE. Perché non c’è niente di meglio che ascoltare qualcosa di triste, per provare a essere un po’ più felici.

E poi INTERVISTE, LIVE e PLAYLIST per una dose quotidiana di HypFi.