Nun te ne fa’ è il quarto lavoro in studio del cantautore napoletano Gnut. Un connubio di tradizione e modernità, che proseguendo il suo percorso artistico personale, vuole fare incontrare Roberto Murolo con l’approccio alternative americano di Elliott Smith, la musica popolare con il folk inglese di Nick Drake e la tradizione della canzone napoletana con il blues del delta del Mississippi. Ne abbiamo parlato con lui.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Sono una persona a volte felice e altre volte no. La mia musica è malinconica. Come diceva Victor Hugo “La malinconia è la gioia di essere tristi”. Così mi piace di più.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO ALBUM, NUN TE NE FA’, E PERCHÉ?
Ammore quanno è ammore è una canzone che parla di una storia d’amore a lieto fine. Tristissima.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Il primo pezzo che si chiama I’. Parla della gioia di dichiarare i propri sentimenti anche quando si ha la consapevolezza di non essere corrisposti. Un felicissimo omaggio agli “sconfitti”. Se la storia la scrivono i vincitori la poesia è dei perdenti! Che felicità!

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
La musica è condivisione. Chi si riconosce nelle mie canzoni sa di non essere solo al mondo e viceversa.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Mother di John Lennon, Graziella di Sergio Bruni ed Everything Means Nothing To Me di Elliott Smith.

Ecco Nun te ne fa’:

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