Freddo è il progetto di Fred Portelli, musicista e produttore italiano che vive e lavora a Londra da 20 anni. Con il suo secondo album, Sinestetica, si sposta verso sonorità più elettroniche senza abbandonare la vena cantautorale e le chitarre, arricchendo il suo mondo di riferimenti anni 80 e 90 tra Battiato e Depeche Mode, CSI e la new wave inglese. “Avventurandomi dentro ogni parola ed ogni immagine di queste canzoni sono arrivato alla convinzione che dentro ognuno di noi può segretamente formarsi un’immagine interiore nuova e distinta pur partendo da mondi sensoriali diversi”. Così Freddo parla di un lavoro che è il racconto delle vite possibili, in cui ogni canzone è un piccolo quadro surrealista che incita che ascolta ad unire e scambiare i sensi (sinestesia) e ad abbandonarsi ad un flusso di pensieri e note quasi come una sintetica meditazione guidata.

Insieme al suo album, è lo stesso Freddo a consigliarci 10 canzoni che con la loro malinconia possano renderci felici, perfette da ascoltare subito dopo Sinestetica:

Tomaso Albinoni Adagio in Sol minore
Non esiste nessuna musica presente passata o futura che potra’ mai avvicinarsi alla sen-sazione di profonda, inafferrabile, grandiosa tristezza che questo brano mi provoca por-tandomi per cieli lontani, foglie cadute, languidi abbandoni di amori e vite perdute nel vento.

Pink FloydEchoes
Qui si muore facile. Sopra una nuvola di emozioni come l’albatross sospeso immobile nell’aria che Gilmour e Wright cantano armonizzando l’infinito si cade subito dentro le onde e ci si perde per labirinti di corallo.. Questi Pink Floyd qui non davano scampo..

Giuni RussoMediterranea
Sembra un paradosso per quanto è musicalmente ironica questa canzone, ma quando Giuni dice “Coprimi stasera la rugiada mi fa tremare…” e’ un colpo al cuore. Languida, inarrivabile Giuni…“verso la notte”.

MottaLa fine dei vent’anni
E’ tutto lo spazio lasciato alle chitarre di questa canzone lenta, tutta la musica tra le poche parole a lasciare senza fiato. Sospeso come la frase infinita “abbiamo sempre qualcuno da salvare, o da baciare” un brano cosi andava citato. Come la tristezza dei ricordi che mi lascia.

Don BackyCanzone
Sarà l’orchestra, ci ho pensato spesso, o quella rullata di batteria che introduce il primo ritornello, oppure la fisarmonica che suggerisce lacrime qua e là? Non lo so, ma questo brano ogni volta mi porta via “triste come le rondini nel cielo mentre vanno verso il mare..”

Johnny CashHurt
Il classico esempio di come la canzone perfetta scritta da un autore speciale (Trent Rez-nor) messa in bocca al cantante giusto (Johnny Cash da vecchio) in mano ad un produttore immenso (Rick Rubin) diventi una esplosione di emozioni. A volte ho anche pianto, ma facciamo finta di no.

Franco BattiatoProspettiva Nevski
Uno dei brani che ogni volta mi da la pelle d’oca. Quando nella seconda strofa dice “l’inverno con la mia generazione, le donne curve sui telai vicino alle finestre” mi fa pensare a mia nonna paterna ed a un mondo che non c’è più.

NirvanaAll Apologies
“In the sun… in the sun…” un pezzo in cui Kurt canta tutta la voglia di essere altrove. Non è necessariamente triste, ma la deduzione è che ogni volta che la ascolto sono triste e vorrei essere anche io altrove: precisamente nel 1991 quando uscivano dischi come In Utero!

The KinksWaterloo Sunset
Solo chi è vissuto a Londra abbastanza a lungo e conosce i suoi autunni, quei tramonti immobili sul fiume, le attese di un incontro e la città che si ferma dentro gli occhi, può capire davvero come si sentiva Terry che incontra Julie.. “Waterloo sunset every friday night”… La magia pura dei Kinks.

FreddoUmani
Vabe non per essere troppo autoriferito 🙂 ma nel mio primo album “Due” c’è questa can-zone che è scritta durante e parla del lockdown: ogni volta che la ascolto o la suono dal vivo mi riporta a un tempo incredibile che abbiamo vissuto un attimo fa. Lontani dal mondo e dagli altri, con delle paure dentro e una condizione alienante che mi ha riportato alla musica e allo scrivere canzoni. “Sembra ieri, occhi nuovi e fiori nelle passeggiate…”. Sipario.

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