Music for a Night Out è il nuovo album dei mantovani Casta: ritornelli e ambienti che tra il dream pop e il synth wave portano l’ascoltatore lontano, con ispirazioni che prendono a piene mani dalla scena internazionale giungendo a citazioni alternative r&b con il coraggio di essere pop. Un melting pot di influenze e culture diverse che vengono unite e amalgamante da un mix che nell’insieme offre un certo gusto lounge. Ne abbiamo parlato con loro.

QUANTO VI SENTITE HYPFI? CIOÈ, FATE MUSICA TRISTE MA SIETE PERSONE FELICI?
Facciamo musica triste ma siamo felici… il giusto. Per scrivere musica triste un po’ di malinconia l’abbiamo sperimentata, dalle delusioni più amare alla saudade. Il nostro ultimo disco “Music for a night out” vive di queste atmosfere crepuscolari, che sono un po’ stati del mondo ma anche interiori.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL VOSTRO ALBUM, MUSIC FOR A NIGHT OUT, E PERCHÉ?
Difficile. Forse la più triste è 2+2=5, che non è né una citazione orwelliana né un tributo ai Radiohead. Piuttosto è la prova di quanto sia estremamente distruttiva, a volte, la relazione con un’ altra persona, che ti annulla così tanto da non farti capire più niente. Può rovesciarti come un calzino e mandarti così in confusione da farti dire che 2+2 fa 5.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
The Others è senza dubbio la più felice, ma forse solo nella melodia. Il testo parla della fine di una relazione e l’inizio, da parte dell’ex-partner, di una nuova storia. Il ritornello si lascia andare in cori e cantilene da motivetto pop: volevamo sottolineare come ognuno di noi agisca in questi giochi d’amore, a volte dalla parte del vincitore a volte dalla parte del vinto. L’accento è su come questi giochi si reiterino persona dopo persona, relazione dopo relazione, in una melodia corale dove noi siamo gli altri ma anche gli altri siamo noi.

IN CHE MODO LA VOSTRA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Nel modo in cui lo fa tutta la musica, perché condivide esperienze e visioni comuni. Questo senso di condivisione e appartenenza ci rende protagonisti anche quando le canzone parlano di altri, le viviamo internamente perché, nel bene o nel male, parlano di noi stessi.

QUALI SONO LE VOSTRE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Siamo in tre, ve ne diciamo una per componente.
Alessandro: Bob Dylan – If You See Her Say Hello
Giovanni: Blur – No Distance Left To Run
Giorgio: The Velvet Underground – Pale Blue Eyes

Ecco Music for a Night Out:

1 commento

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