Vito Topputo è un cantante pugliese, che ha dalla sua la delicatezza del cantautorato, l’energia esplosiva del rock alternativo e le armonie enigmatiche della bossa nova. Pezze americane è il suo album d’esordio: “è un concept su come ho vissuto il passaggio all’età adulta – ci dice per raccontarlo – è difficile spiegare il dolore che si prova ad essere travolti dal realismo, ho provato a raccontarlo nella prima parte del disco. La seconda metà invece parla di sogni, ricordi e favole”. Ne abbiamo parlato con lui.
QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Penso sia un po’ l’opposto per me, il grande tema dell’album è che per essere sereni la felicità te la devi immaginare, ed ogni giorno lotto per uno spazio mentale di pace, però alla base il rumore bianco dello sconforto c’è sempre. Le canzoni mi aiutano in questo, sono cose intangibili e non servono a nulla, ma se finiscono bene mi rendono felice.
QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO ALBUM, PEZZE AMERICANE, E PERCHÉ?
Falene, la canzone che spezza l’album, nonché una delle mie preferite. L’ho scritta una mattina d’agosto all’alba in dormiveglia cercando di vomitare tutto quello che stavo vivendo. Era davvero un brutto periodo e avevo molta difficoltà a dormire, ripensandoci sono felice di averci ricavato qualcosa di bello.
E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Contrada Sant’Oceano, è una canzone estremamente contraddittoria: il sound è molto aggressivo, rimanda al punk e allo stoner; melodicamente invece sembra una canzone da catechismo. Anche il testo, all’apparenza favolistico, ha poi elementi crudi e seri, un po’ come quando ti vai a leggere le favole originali. Nel complesso è il brano con più cazzimma ed è sempre un piacere suonarlo live.
IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Sento spesso discorsi del tipo “faccio musica per me stesso”, io invece quando scrivo penso spesso ai miei amici e a come potrei renderli contenti con una canzone; per me la musica è un regalo che faccio agli altri, naturalmente non scrivo musica commerciale adatta a tutti, ma i doni più belli non sono mai adatti a tutti. Se qualcuno nel mondo ascolta una mia canzone nel modo in cui scarta un regalo sono felice.
QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Real Death di Mount Eerie perché è sincera da star male, Cara di Lucio Dalla, perché è una poesia bellissima e La nostra ultima notte d’amore di Giovanni Truppi perché l’ho scoperta nel momento sbagliato.
Ecco Pezze americane:
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