We Still Care è l’esordio sulla lunga distanza dei Barbados, band pugliese che propone una miscela di rock, folk, dream pop e psichedelia. 9 canzoni arrangiate e riarrangiate che provano a portare a un livello successivo una poetica fatta di composizioni semplici, suoni avvolgenti e sentimenti, con l’obiettivo di manifestare apertamente il loro credo, quello dello sconfinato potere della musica e dell’amicizia. Ne abbiamo parlato con loro.
QUANTO VI SENTITE HYPFI? CIOÈ, FATE MUSICA TRISTE MA SIETE PERSONE FELICI?
In un’intervista entrata nella storia, a una domanda un po’ provocatoria – Perché scrivi solo cose tristi? – Luigi Tenco rispondeva così: “Perché quando sono felice, esco”. Ecco forse questa è la risposta definitiva sul perché si scrive musica triste. Credo che però pur componendo tante ballad, spesso rarefatte e dreamy, i Barbados non abbiano uno sguardo puramente triste, ma le emozioni si adagiano su una sponda più meditativa: ci sediamo sulla riva del fiume, guardiamo lo scorrere del tempo, quello che ci accade, quello che accade in giro e cerchiamo di trasformarlo in racconti ed emozioni, abbracciando uno spettro più ampio possibile, spesso malinconico ma anche pieno di sogni, speranze, vitalismo, umanità.
QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL VOSTRO ALBUM, WE STILL CARE, E PERCHÉ?
Come dicevo su, non credo ci siano canzoni espressamente tristi, spesso sono pervase da un andamento emozionale ondivago, si va giù, poi si torna su, poi ancora giù e così via. Forse quella però più disperata è Those Days, che racconta appunto quei giorni in cui niente sembra funzionare, quando ci servono stimoli esterni per simulare una felicità, una concentrazione di stare sulle cose e nelle cose, e il nostro sentire sembra disconnesso dalla realtà circostante. Sono stati passeggeri, che tutti abbiamo, e che forse ci permettono paradossalmente di immedesimarci meglio nel ritmo impazzito e frenetico del mondo contemporaneo.
E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Sono tutte canzoni di resistenza, quindi a loro modo, c’è una componente di carica positiva in ognuna di esse. Poi, lascio scegliere agli ascoltatori quale sia quella che porta più positive vibes. Ti rispondo così, a metà.
IN CHE MODO LA VOSTRA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
La musica è un termostato dell’umore potentissimo, bastano poche note per svoltarti una giornata, no? Ognuno ha la sua sensibilità, quindi quelle corde ogni volta saranno toccate da una sequenza armonica, timbrica, di tempo diversa. Come detto We Still Care è un album resistente, che lotta contro il tempo, e che mette al centro amicizia e attitudine, una storia di creazione ostinata e onesta, con certo tutti i suoi difetti ma che trova una strada per arrivare a destinazione.
QUALI SONO LE VOSTRE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Obladi Oblada dei Beatles, Firenze – Canzone triste di Ivan Graziani, Walking Home In The Rain di Scott Matthews.
Ecco We Still Care:
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