Mirror è l’EP di debutto di Krisj Wannabe, cantante che già avevamo conosciuto per il singolo Another Day. Di base a Tokyo, nato in America e cresciuto in Italia, il suo background cosmopolita si fonde in ogni nota, mescolando l’anima lo-fi con l’urgenza del post-punk e l’intensità selvaggia del grunge. Con testi socialmente impegnati e un’etica DIY, Mirror non è solo un EP: è una sfida, un’eco, un punto di domanda. Sei tracce urgenti e senza compromessi che scavano a fondo nei temi dell’alienazione, del burnout, dell’apatia e della routine soffocante, esperienze che accomunano tutti noi. Ne abbiamo parlato con lui.
QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Ti dico più ci penso più mi rendo conto che lo sono a palla. Tendo a usare dei suoni più aggressivi, che tristi. Però è come affronto la mia inquietudine / tristezza. Forse ci sono altri lettori che la pensano come me. Nel caso scrivetemi!
QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO EP, MIRROR, E PERCHÉ?
Musicalmente direi Somewhere, per quanto riguarda i testi punterei su Are We Forgetting Something?. Somewhere affronta la difficoltà di affrontare il burn-out creativo con delle sonorità lofi un pò sad, mentre Are We Forgetting Something? ha un tiro grezzo, ma parla dell’apatia che affrontiamo come società (che mi rende molto triste).
E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’EP?
Eh… forse Don’t Belong. Con un titolo del genere fa pensare che ho un senso di solitudine angosciante addosso, ma invece è un testo che spinge a essere contrari allo status quo. Dico che non appartengo, ma perché non voglio appartenere a una cliquè che segue culti di personalità.
IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Bah spero che faccia sfogare con i pezzi più spinti, e che dia un senso di appartenenza. Alla fine questi testi sono scritti da me, più che altro per me. Se lì fuori qualcuno li sente e ci si rispecchia o è d’accordo con il mio punto di vista ben venga. Almeno ci si sente meno soli e di conseguenza più felici.
QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Tre son poche, perché di canzoni tristi me ne piacciono davvero tante. Però direi Nothin’ di Townes Van Zandt, Try a Little Tenderness di Otis Redding, So Real di Jeff Buckley.
Ecco Mirror:
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