Bandit è un cantautore dalla provincia di Milano, già autore di quel piccolo cult dell’underground lombardo che è Quando la luce grande della discoteca. Il suo nuovo album si intitola Grigia ed è il suo ideale seguito, raccontando la disillusione, la fine dei grandi sogni, delle grandi aspirazioni personali, e il senso di enorme perdita di fiducia nel cercare di cambiare una realtà che si offre come impenetrabile e ripetitiva, plumbea, come un edificio brutalista. Ne abbiamo parlato con lui.
QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Metà e metà! Direi che sono una persona melanconica che fa canzoni ironiche, anche quando sono tristi metto sempre una nota di sarcasmo.
QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO ALBUM, GRIGIA, E PERCHÉ?
La canzone più triste è I sogni, credo. Sullo sfondo c’è quella sensazione molto comune tra i miei coetanei di aver seguito i propri sogni e di esserne rimasti delusi, perché si sono presto trasformati in degli incubi persecutori a occhi aperti. Poi da questa distruzione, da questa perdita nascono cose positive come l’amore maturo, e forse anche la fine del narcisismo. Però si, il brano è molto struggente.
E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Secondo me la titol track Grigia. Parte da una cosa molto triste che è la condizione di chi abbandona la propria bella terra d’origine per vivere a Milano, il freddo, la nebbia, e la mancanza del mare. Però in fondo parla principalmente di una bellissima storia d’amore nata da questo dolore.
IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Ci sono molti modi per rendere felici le persone algoritmicamente parlando, è pieno di gente che sa molto meglio di me come farle ballare saltare e come fargli dimenticare le ansie e i problemi. Io a volte cerco di farle sentire capite. Ci sono degli stati mentali o dei momenti in cui le nostre emozioni sono sfumate e contraddittorie e dove ci sembra di trovarci di fronte a un bivio: nessuno dei consigli che arrivano da fuori o delle proposte prefabbricate dalla società sembrano comprenderci a pieno e rendere giustizia a ciò che proviamo. E’ il momento in cui ci sentiamo più soli in assoluto, quello in cui nessun discorso da fuori sembra darci ragione. Io a volte spreco dei brani per descrivere questi contrasti emotivi, brani che non possono tirare e che capiranno necessariamente in pochi, ma per quei pochi, forse, saranno di conforto.
QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Due anni dopo di Guccini, Vedrai vedrai di Tenco e Verranno a chiederti del nostro amore di De André. Ma ce ne sono moltissime altre che consumo. Ecco di sicuro sono HypFi in questo: consumo prevalentemente canzoni tristi.
Ecco Grigia:
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