Pellegrino è il terzo album dei romagnoli Manuel Pistacchio, trio composto da Diego Pasini, Lorenzo Camera (membro di Ponzio Pilates e Mondoriviera) e Francesco Giampaoli (Sacri Cuori, Classica Orchestra Afrobeat, Hugo Race Fatalists). La loro caratteristica è l’originale fusione tra il cantautorato di casa nostra e le sonorità sperimentali di ispirazione estera, il tutto impreziosito da arrangiamenti molto personali e da testi in italiano. Ne abbiamo parlato con loro.

QUANTO VI SENTITE HYPFI? CIOÈ, FATE MUSICA TRISTE MA SIETE PERSONE FELICI?
Prima di tutto grazie per l’interesse verso la nostra musica, siamo felici di farci conoscere attraverso queste domande. Penso che il nostro intento, specificamente in questo album, sia quello di non far trasparire emozioni troppo volatili quali la felicità o la tristezza. Piuttosto la ricerca, sia a livello lirico che musicale, è stata quella di condurre chi ascolta verso un certo tipo di equilibrio. La meta del pellegrino è una dimensione interiore non esteriore, un luogo calmo e protetto, in cui esprimere a pieno la propria creatività non necessariamente perturbata da emozioni quotidiane. Tutto ciò per dire che non definiamo la nostra musica “triste”. Nel passato ci siamo concentrati di più sulla sperimentazione di suoni dissonanti e perturbanti, per una necessità espressiva. La vera musica triste è quella prodotta senza un fine artistico ma di più economico e propagandistico. Non avrei la stessa sicurezza nel dire che siamo persone “felici”. Siamo diversi tra noi. Ognuno con le proprie vittorie e sconfitte. Quello che non manca è la meravigliosa tensione all’essere il lato migliore di noi stessi, soprattutto quando siamo insieme. Manuel Pistacchio è davvero un’essenza creativa formata dai musicisti che la abitano. Possiamo dire che lui incarna sicuramente il nostro lato più bello e felice.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL VOSTRO ALBUM, PELLEGRINO, E PERCHÉ?
Penso che sia “triste” tutto ciò che tolga positività ed energie vitali. Di conseguenza anche una canzone potenzialmente tristissima può diventare il suo contrario nel momento in cui può evocare, a chi l’ascolta, rinascita e condivisione. Ovviamente diventa un discorso molto soggettivo, ma se seguiamo il ragionamento iniziale, possiamo dire, quello che rende veramente triste una canzone non è la musica ma il modo in cui viene veicolata,prodotta e utilizzata. Se si mette la musica al servizio delle multinazionli che danneggiano innegabilmente l’essere umano c’è il rischio che possa davvero diventare una musica depotenziante e triste. Nessuna canzone è quindi veramente triste finché rimane libera nella sua espressione e trasformazione. Detto questo la canzone più “triste” è forse Amore Furibondo perché parla di una relazione tossica in cui tantissime energie vitali sono andate disperse. Comunque sia nessun male viene per nuocere ma solo per spingerci verso una piccola evoluzione.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Cerchiamo di tenere lo stesso ragionamento. Solo per Amore in quanto esprime il senso definitivo di tutto l’album. Ogni passo nella nostra vita, se è compiuto con l’intento di amare e di amarci, porta ad avvicinarci probabilmente alla vera felicità.

IN CHE MODO LA VOSTRA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Richiede sicuramente un ascolto molto approfondito. Cerchiamo di portare vari livelli di profondità. Può rendere felice chi l’ascolta se si entra in contatto con il lato più trascendentale e se si apprezza la semplicità tridimensionale con cui alcuni temi sono trattati. Le canzoni hanno un portale di accesso che può condurre verso mondi non proprio ordinari. C’è una voce nascosta, che nemmeno io (Diego Pasini) ho sentito subito. Ma è evidente che Pellegrino rappresenta anche il modo con cui approcciarsi all’ascolto di questo album. Ha una pedagogia interna che, come succede nel viaggio, si capisce solo dopo un bel po’ che sei tornato.

QUALI SONO LE VOSTRE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Se rimango fedele a quello che ho detto in precedenza la maggior parte delle canzoni dell’industria musicale. Mentre seguendo la logica della tristezza espressiva e rinnovante direi It’s Easier Now di Jason Molina e Saint Mary di Sparklehorse.

Ecco Pellegrino:

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