Torna dopo più di tre anni di assenza il progetto di Hesanobody, alter ego musicale di Gaetano Dino Chirico, che da anni si muove nella scena underground. Saints è il titolo del nuovo singolo, un flusso coscienza, un patchwork di esperienze reali, bugie, suggestioni della notte e aspirazioni. Una finestra sulla nostalgia, un tentativo di razionalizzare eventi che non possono essere incasellati nella logica, ma solo metabolizzati e accettati.
Insieme al suo singolo, è lo stesso Hesanobody a consigliarci 10 canzoni che con la loro malinconia possano renderci felici, perfette da ascoltare subito dopo Saints.
Nick Cave & The Bad Seeds – Sun Forest
È difficile descrivere a parole quello che ha rappresenta per me l’ultima fase della carriera di Nick Cave. In questi anni mi ha cullato e confortato in tanti momenti importanti. ‘Sun Forest’ è una canzone straordinaria, quasi come se fossero tre pezzi in uno. Adoro il fatto che in così pochi versi siano racchiuse immagini potentissime ed eteree che illuminano la malinconia e la fede disillusa: “A spiral of children climbs up to the sun, waving goodbye to you and goodbye to me as the past pulls away and the future begins”
The National – Light Years
Altro giro, altra band per me fondamentale e dal canzoniere che mette l’imbarazzo della scelta. Ho avuto il piacere di ascoltare in anteprima a Milano tutto l’album da cui Light Years è tratta, ‘I Am Easy To Find’, e ricordo benissimo le lacrime durante l’ascolto di questo brano, mentre stringevo istintivamente la mano della mia ragazza. Per non parlare di quanto ancora sia dilaniante pensare al live del 2019 ad Ypsigrock, uno dei miei ultimi concerti internazionali prima della pandemia.
Nine Inch Nails – Hurt
Credo non esista per me un connubio di assoluta disperazione, distruzione e bellezza sintetizzato così bene come in questi 6 minuti e 13 secondi. Ci ho speso tanta rabbia adolescenziale sulla voce di affogata di Trent Reznor, ho provato a coverizzarla decine di volte, senza trovare mai il coraggio di farlo pubblicamente. “Beneath the stains of time / the feelings disappear / You are someone else / I am still right here”. Troppo dolorosa, troppo alta.
Scott Walker – It’s Raining Today
Non sono una persona che ama struggersi troppo. Cerco sempre di non far pesare le mie giornata no a chi mi sta vicino e di trovare la chiave di lettura positiva ad ogni accadimento. Le volte in cui penso di non potercela fare, solitamente esco a passeggiare con le auricolari nelle orecchie per riflettere ed immaginare storie lontane. Credo che questa canzone possa essere la colonna sonora perfetta per sottolineare l’inquietudine di fondo di quelle passeggiate.
Franco Battiato – Haiku
Ho perso mio padre quasi tre anni fa. In questo lasso di tempo ho dovuto spesso fare i conti con quel vuoto che ti pervade improvvisamente, con l’irreversibilità di un evento del genere e con la condizione precaria di ognuno di noi. Mi sono ritrovato a prestare molta più attenzione all’invecchiamento delle persone che ho a cuore, al deterioramento delle cose, alla velocità del tempo e per un periodo ho avuto tanta paura. Avevo questa canzone nelle orecchie quando un giorno, uscito dal cimitero, qualcosa in me ha fatto clic. Dalle visite successive ho subito percepito una quiete positiva, qualcosa di molto vicino alla serenità.
Radiohead – Motion Picture Soundtrack
I Radiohead sono nella mia top tre degli artisti preferiti in assoluto. I ricordi legati alla loro musica sono, come è scontato aspettarsi, spesso (ma non sempre) tristi. A questa canzone in particolare lego una brusca sveglia da una situazione “amorosa”, fino a quel momento dai contorni non troppo a fuoco, durante i miei primi periodi milanesi. “It’s not like in the movies, they fed us on little white lies” il mantra di quei giorni.
LCD Soundsystem – oh baby
Immagino si sarà capito a questo punto, ma per questa lista di canzoni tristi, sceglierò canzoni che sono davvero tristi, non posso fare a meno di essere didascalico in un occasione del genere. Ad esempio tutte le volte che nel 2017 pensavo stesse per andar male qualsiasi cosa, ‘oh baby’ era lì per me. Per farmi ballare con gli occhi lucidi anche se non so ballare, per scaldarmi, per ispirarmi a riprendere in mano la situazione. Grazie di esistere James Murphy, non lo saprai mai, ma mi hai salvato il culo.
Frank Ocean – Self Control
‘Blonde’ di Frank Ocean è l’estate di un’altra storia impossibile e Self Control è semplicemente la canzone più rappresentativa della speranza che non lo fosse davvero. L’ho dedicata, l’ho vissuta, l’ho maledetta, l’ho abbandonata e poi ci sono ritornato su innamorandomene perdutamente ancora e ancora. È stato il classico pezzo che sembra parlare di te e di quel preciso attimo nel tempo.
Editors – No Sound but the Wind
‘La Strada’ di Cormac McCarthy è un libro a me molto caro, il primo letto quando mi sono trasferito a Milano, quando non conoscevo praticamente nessuno. Direi quindi un grande inizio. Perché quindi No Sound but the Wind? La canzone degli Editors, oltre ad essere bellissima, è ispirata a quelle pagine. Nei live mi è capitato spesso di cantarne degli snippet in coda alle mia ‘Let’s Get Out of this Place’ ed ‘End Credits Lullaby’.
Bon Iver – Flume
Il verso di apertura “I am my mother’s only one / It’s enough” è uno di quelli a cui non riesco ad abituarmi. È talmente potente, talmente disarmante, da scuotermi ad ogni ascolto. Ho imparato che a volte ci si può sentire così soli e distaccati dal resto delle cose da doversi per forza barricare dentro le mura di una verità semplice, un punto fermo che solitamente diamo per scontato. Per guarire le ferite e ritrovare lucidità.
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