Praesens è il terzo album ufficiale marchiato Nàresh Ran, che dopo un percorso di alcuni anni dedicato al suo personale rapporto con i suoni d’ambiente sceglie di scrivere un capitolo più intimo realizzando un disco per synth e voce, spostando il focus della propria ricerca dal mondo circostante a quello più profondamente interiore, dove la luce non arriva. Un album che parla di ricordi, quelli più fragili e tormentati che si attaccano al nostro spirito come fantasmi inquieti che bramano la vita, e che ci tengono prigionieri di una possessione dolorosa da esorcizzare come in un rito magico. Ne abbiamo parlato con lui.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Il mio concetto di tristezza correlato alla musica si è evoluto molte volte nel tempo, un pò come quello di musica ‘pesante’. Personalmente, per come sono adesso, non percepisco tristi le mie sonorità. Potremmo definirle introspettive e indubbiamente hanno le loro zone d’ombra, un pò come tutte le persone in fondo. Ma mi piace pensare di aver imparato ad essere onesto, e ad utilizzare suoni che mi riflettano senza troppa paura di guardarmi dentro, e senza pensare a chi mi ascolterà. Più che felice spero di essere davvero la persona costruttiva che credo di essere.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO ALBUM, PRAESENS, E PERCHÉ?
Potremmo fare questa domanda a più persone e penso che otterremmo risposte estremamente diverse. Praesens è un percorso di liberazione da ricordi e spettri del passato. Ogni traccia è una tappa in cui si fronteggiano delle cicatrici, eppure forse il momento più malinconico è proprio il finale. Il solo modo per affrontare veramente il dolore è scenderci a patti, e finiamo quasi sempre per affezionarci a questi compromessi, al punto che persino liberarcene fa male.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Sempre lei, la traccia di chiusura. Per lo stesso motivo. Un pò come il protagonista di Perfect Days di Wenders che nella scena finale ride e piange contemporaneamente.

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Mi ritengo privilegiato se qualcuno riesce a provare qualcosa, qualsiasi cosa, ascoltando quello che faccio.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Le mie top 3 cambiano costantemente, che si tratti di canzoni, libri o film. Violerò le regole e ne citerò almeno 5 tra le più ricorrenti di quelle che mi straziano sempre. From The Hill dei Neurosis, Sotto voce degli Hate & Merda, Una stanza vuota e il tema di Giù la testa di Morricone. E la più dolorosa di tutte, E lucevan le stelle da La Tosca di Puccini.

Ecco Praesens:

Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ogni giorno, UNA CANZONE TRISTE. Perché non c’è niente di meglio che ascoltare qualcosa di triste, per provare a essere un po’ più felici.

E poi INTERVISTE, LIVE e PLAYLIST per una dose quotidiana di HypFi.