Abbiamo conosciuto Pugni lo scorso anno con Foglie morte, il singolo che è anche entrato nella nostra playlist con il meglio del 2024. Ora il cantautore toscano di stanza a Torino ha pubblicato un album, Tuffo, un salto nell’inconscio che tenta di dar voce alle storie di vita che ascolta durante le sedute, nelle quali ritrova parti di sé stesso. Ne abbiamo parlato con lui.
QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Sono piuttosto lunatico e tendo a mantenere l’equilibrio saltando tra gli estremi: ci sono giorni che sono estremamente triste e altri che sono molto felice.
QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO ALBUM, TUFFO, E PERCHÉ?
Non credo ci sia una canzone che sia triste e basta, in quanto tutte cercano di lasciare un risvolto positivo. Se proprio devo sceglierne una, direi Trentasette denti.
E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Orchestra di silenzi.
IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Credo che possa aiutare a prendere consapevolezza di certe parti di noi che talvolta tendiamo a non guardare, un po’ per paura, un po’ perché condizionati dal dover essere felici per forza. La felicità è uno stato transitorio che è tanto più stabile quanto più si ha il coraggio di attraversare la tristezza e non girarci intorno.
QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Lover You Shouldn’t Come Over di Jeff Buckley, Long Nights di Eddie Vedder, Vendo casa di Lucio Battisti.
Ecco Tuffo:
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