Qualche mese fa avevamo già parlato dei Katana Koala Kiwi per l’uscita del singolo Nascondini. Ora la band di Trieste ha pubblicato il suo primo EP, Per farmi coraggio mi sono buttato dal piano terra, una raccolta eterogenea di brani scritti e arrangiati in momenti diversi che racconta il primo periodo del gruppo e la sua evoluzione, con sonorità che riprendono quelle post rock e midwest emo, arricchite da influenze che spaziano dal noise, al math rock, al samba. Ne abbiamo parlato con tutta la band.

QUANTO VI SENTITE HYPFI? CIOÈ, FATE MUSICA TRISTE MA SIETE PERSONE FELICI?
Pietro: Non direi che la nostra musica è triste, né che lo siamo noi, non sempre perlomeno. Direi piuttosto che siamo persone che pensano troppo alle cose, e che questo si riflette spesso nei nostri brani. Capita di prendersi male, d’altronde essere esclusivamente felici penso sia una prerogativa di chi si pone poche domande, per fortuna sappiamo tirarci su a vicenda e spesso la musica è terapeutica in questo senso.
Andre: Penso di avere il privilegio di poter dire di essere una persona felice. Per il resto adoro la musica triste.
Ale: Non credo che questo EP sia particolarmente triste. Forse a volte questo senso di disillusione la fa da padrone, ma alla fine c’è anche molta speranza.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL VOSTRO EP, PER FARMI CORAGGIO MI SONO BUTTATO DAL PIANO TERRA, E PERCHÉ?
Andre: Non ci siamo posti questa domanda. Secondo me si tratta di Pece.
Pietro: Non direi che ce n’è una più triste delle altre, ognuna ha la sua componente di tristezza in qualche modo e quanto questa influisca dipende molto da chi ascolta.
Ale: La canzone più malinconica è sicuramente Sciroppo d’Acero. Allo stesso tempo quando una cosa bella finisce ne inizia un’altra potenzialmente anche più bella.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’EP?
Pietro: Per quanto mi riguarda il discorso è analogo a quello della domanda precedente, nessun brano è intrinsecamente felice ma è giusto che comunichino cose diverse a seconda di chi li ascolta.
Andre: A parer mio senza dubbio Gagarin.
Ale: Il ritmo più brioso e incalzante è sicuramente quello di Gagarin. Però anche la cinica consapevolezza di Biennale/Arsenale potrebbe essere un ottimo primo passo verso la felicità.

IN CHE MODO LA VOSTRA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Pietro: Può darsi che qualcuno si ritrovi in alcuni degli sguardi che diamo al mondo. Penso che per certi versi possa far stare bene.
Andre: Magari nel ritrovarsi in qualcosa scritto da noi? Noi di base scriviamo per noi stessi, ci preoccupiamo solo in parte del messaggio che potrebbe arrivare.
Ale: Credo molto nella catarsi e in quello che hanno appena espresso i miei compagni.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Ale: Love Will Tear Us Apart dei Joy Division, Flume di Bon Iver e Sprained Ankle di Julien Baker.

Ecco Per farmi coraggio mi sono buttato dal piano terra:

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