Carmine Tundo è un artista dai mille volti: come Romeus è arrivato a partecipare a Sanremo nel 2010, con i La Municipàl ha scritto bellissime canzoni, spesso finite anche su queste pagine. Ha poi aperto un’etichetta indipendente, scritto un romanzo di prossima uscita, collaborato con progetti come Mundial (in uscita con il secondo disco) e Nu Shu e per noi soprattutto pubblicato lavori da solista. La valle dell’asso è il suo quarto album, dieci piccoli gioielli in bilico tra indie, folk e cantautorato, accompagnati da testi che sono delle vere e proprie fotografie in musica. Ne abbiamo parlato con lui.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Una persona felice non saprei, cerco semplicemente di tramutare le montagne russe emotive in musica, sperando in un equilibrio, ma neanche troppo.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO ALBUM, LA VALLE DELL’ASSO, E PERCHÉ?
Forse Il primo raccolto, è un brano che parla di una storia tormentata, di due vecchi amanti che nel corso degli anni si guardano invecchiare da lontano.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Più felice non saprei, ma Lucia da Collemeto mi trasmette pace, è un brano scritto per mia nonna, la parte musicale era di una mia vecchissima canzone, che le piaceva tanto, è un piccolo omaggio.

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Non cerco di rendere felice l’ascoltatore in realtà, però spero che possa provare le stesse emozioni che ho provato io vivendo quelle storie.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Ce ne sono tantissime che amo, ma la prima che mi viene in mente ora è Ritornerai di Bruno Lauzi.

Ecco La valle dell’asso:

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