Colombo è l’alterego di Alberto Travanini, musicista e cantante bresciano che si divide tra classica e pop. Il suo ep Where Children Strove è proprio un progetto di pop neoclassico interamente dedicato alle poesie di Emily Dickinson. “L’obiettivo del mio progetto – racconta – è portare elementi classici, musicali e testuali, nel mondo contemporaneo attraverso un cantato affine al pop odierno e delle sonorità che passano dal piano e voce a momenti più elettronici e ritmici”. Ne abbiamo parlato con lui.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Faccio musica triste, ascolto musica triste ma sono una persona serena, quindi mi sento molto HypFi. Ho sempre pensato che ascoltare e fare musica triste sia per me un modo per esorcizzare il dolore, come una sorta di purificazione.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO EP, WHERE CHILDREN STROVE, E PERCHÉ?
Direi che c’è una bella lotta! La più triste penso sia That I Did Always Love sia per l’atmosfera musicale – ispirata a Chopin – sia per il contenuto della poesia, che ci racconta di come non si possa vivere davvero fino in fondo senza amare, anche quando è doloroso.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’EP?
Paradossalmente quella più felice potrebbe essere Where Children Strove, perché, nonostante parli del rapporto con la morte, è visto dalla prospettiva esterna dell’immortalità, che ci dà quasi un senso di accettazione.

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Credo che a volte riflettere su temi importanti e universali – come amore, morte, attesa, sofferenza – sia un modo per superare e fare pace con alcune paure. È vero anche che la felicità non è tra i primi obiettivi di questo progetto!

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Don’t Miss It di James Blake, Indigo Night di Tamino, Last Goodbye di Jeff Buckley.

Ecco Where Children Strove:

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