Terzo tempo è il terzo lavoro del cantautore piemontese Due venti contro, un album colmo di frammenti, riferendosi anche al quotidiano di questi ultimi anni complicati, dove l’unica salvezza si è concretizzata nel trovare lo slancio e il coraggio per progredire, nonostante tutto. Ne abbiamo parlato con lui.
QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Sono esattamente una persona piena di malinconia e ferite che sceglie di essere una persona felice… Ho “usato” questo schema anche nell’approccio a questo progetto e nella scrittura dei testi soprattutto del mio primo disco ormai parecchi anni fa. In In fondo, il secondo disco, questo elemento cominciava a vacillare e con Terzo tempo, ho definitivamente svoltato verso qualcosa di molto diverso rispetto la felicità. Direi che più che musica triste, il sound è molto sognante e decisamente “nostalgico”.
QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO ALBUM, TERZO TEMPO, E PERCHÉ?
Difficile scelta. Una sicuramente tra La rabbia e Festa. Direi però Festa. Il perché è contenuto nel testo nelle sonorità del brano stesso, che trattano di una persona che cambia il suo cognome per legarsi indissolubilmente a chi lo ha aiutato e a chi lo ha cresciuto. Brano arrangiato da Corgiat, che ha fatto un capolavoro.
E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
La canzone più felice dell’album penso sia Sensibile. È una presa di coscienza, un brano che parla di relazione con se stesso e il coretto finale è decisamente felicissimo.
IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Reputo che il mio marchio di fabbrica sia quello di inserire all’interno dei brani, sempre una soluzione. Reputo che questo possa essere un valido motivo.
QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Le mie canzoni tristi preferite sono All I Need dei Radiohead, The Wolves dei Bon Iver e The Build Up dei Kings of Convenience.
Ecco Terzo tempo:
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