Io so come sei riuscito a vivere senza gli altri è il terzo album di Alia, cantautore bergamasco oggi di stanza a Prato. Un disco “confessionale”, ma in parallelo anche un disco che vive grazie allo scambio e all’interazione con l’altro da sé, all’insegna di un prezioso, genuino e insolito collante pop d’autore. Ne abbiamo parlato con lui.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Non riesco a pensare a un’alternativa di musica italiana “felice”, a meno che tu non sia i Funkadelic (magari!) o Jovanotti (magari no!). La mia musica è triste? Mmm, forse. Certamente spinge alla riflessione. Sono felice? Molto.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO ALBUM, IO SO COME SEI RIUSCITO A VIVERE SENZA GLI ALTRI, E PERCHÉ?
Forse 8 febbraio 2020 perché è legata alla scomparsa di mio fratello. Tuttavia cantarla mi emoziona molto, ed emozionarsi è sempre qualcosa di positivo. La suono come se fosse una ballad liberatoria. Uno strumming che è come respirare, esorcizzare una perdita.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Il sogno del pesce leone vuole chiudere con una svolta di ottimismo. È come un gioco. Persino citare Di sole e d’azzurro di Giorgia nel ritornello mi ha divertito molto. Forse non è propriamente felice ma è sicuramente lieve. In generale però Io so come sei riuscito a vivere senza gli altri è il disco, fra quelli pubblicati, che mi ha dato più felicità sotto vari aspetti: scriverlo, registrarlo, collaborare con i produttori. È stato fantastico.

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Quando una persona, ascoltando una canzone, riesce a conoscersi un po’ di più interiormente, penso che si compia comunque un accrescimento. Anche quando un testo ti mette di fronte alle tue paure e alle tue sconfitte. Crescere fa sempre bene, ti fa sentire vivo. E non puoi sentirti triste se ti senti vivo, perché nonostante tutto le nostre risorse interiori sono immense.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Don’t Cry For Me Argentina nella versione di Sinéad O’Connor, Angela di Luigi Tenco e Oh Well, OK di Elliott Smith.

Ecco Io so come sei riuscito a vivere senza gli altri:

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