Non cresciamo mai è l’album di debutto del progetto solista di Marco Feliciani, Mani, giovane cantautore nato nel 1999 ad Ancona: un’autobiografia musicale senza filtri, con la delicatezza immersiva di chi svela completamente il suo mondo in un monolocale: ne abbiamo parlato con lui.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
A quanto pare sono molto Hypfi, dal momento che le persone che ho attorno descrivono le mie canzoni come tristi. Sinceramente, a me non dispiace, perché in primis ascolto questo tipo di genere e di conseguenza credo ne sia influenzato. Ma, comunque, vorrei smentire che le canzoni tristi non possano essere a loro volta felici.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO ALBUM, NON CRESCIAMO MAI, E PER-CHÉ?
Non ne sono sicuro, è difficile scegliere, ma credo Sincero. Una classica canzone acustica, cruda e malinconica, che tratta di una storia d’amore imperfetta, finita ed illusa, come tante altre.

E QUAL È LA CANZONE PIÙ FELICE DEL TUO ALBUM?
Se la contendono Non cresciamo mai e Facciamo finta, entrambe molto simili sia di suono che di tematica. Raccontano un amore diverso l’una dall’altra, ma pur sempre un amore idilliaco, giovane e gentile.

IN QUALE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
La musica connette le persone, le intrecciano perché abbiamo tutti storie e sentimenti simili. Le mie storie possono essere benissimo quelle di molti altri, solamente con parole diverse. Quindi chiunque può ritrovarsi in Non cresciamo mai, chiunque può sentirsi vicino a questi versi e chiunque può essere felice nel rivivere le proprie storie attraverso quelle di altri.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
La leva calcistica della classe ‘68 di Francesco De Gregori, La casa in riva al mare di Lucio Dalla e Rossetto e cioccolato di Ornella Vanoni.

Ecco Non cresciamo mai:

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