Novantasei è l’EP d’esordio di Luca Grella, in arte Graey, cantante carpigiano oggi di stanza a Milano. Un lavoro tra chill pop e R&B con sonorità ipnotiche, che racconta storie nostalgiche come in un viaggio attraverso i ricordi. Ne abbiamo parlato con lui.

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Sono una persona molto malinconica. Tendo a legare particolari affetti a precisi momenti che vivo, scaturendo un mix di emozioni che si riversa nella mia musica. Cerco un equilibrio fra tristezza e felicità, penso sia necessario per avere una visione completa della vita.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO EP, NOVANTASEI, E PERCHÉ?
Prospettive è la canzone più triste, oltre che la mia preferita dell’ep, perché con semplici pensieri descrivo la prospettiva di un giovane senza un futuro certo e stabile. A volte è più comodo rifugiarsi in un’oasi illusoria dalla realtà piuttosto che affrontare i problemi che si presentano ogni giorno.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’EP?
Mille idee è esattamente l’opposto di Prospettive. Ha un ritmo avvolgente, quasi spensierato, quando l’ascolto ho voglia di andare in montagna e cantare a squarcia gola il ritornello, per intenderci. Fin dalle prime note del synth stile anni 90 che ho composto ho capito che poteva essere il brano più ottimista.

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Novantasei ti catapulta indietro nel tempo, sicuramente potrai ricordare qualche momento della tua vita che ti ha segnato. In futuro voglio approfondire il rapporto fra essere umano e natura, perché spesso ce ne dimentichiamo. Comunicare un cambiamento, provocare qualche riflessione tramite critiche alla nostra società potrebbe far riflettere le persone che mi ascoltano.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
White Ferrari di Frank Ocean, Fai male di Bruno Martino e Holocene dei Bon Iver.

Ecco Novantasei:

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