I Lapara sono una band che non lascia indifferenti: sonorità sghembe e al tempo stesso ricercate, per un lo-fi pop dalle atmosfere oniriche che ha trovato il suo compimento in Tutti gli animali del mondo, il loro primo EP. Un lavoro che parla dell’importanza di costruirsi una casa, fatta non solo di mattoni, ma di reti, legami, confronti e discussioni: ne abbiamo parlato con loro.
QUANTO VI SENTITE HYPFI? CIOÈ, FATE MUSICA TRISTE MA SIETE PERSONE FELICI?
Nella nostra musica, così come nelle nostre personalità, convivono e si alternano tristezza e felicità, ogni giorno, ma anche ogni ora.
QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL VOSTRO EP, TUTTI GLI ANIMALI DEL MONDO, E PERCHÉ?
Forse Il gelato non ha gusto, perché parla dell’apatia, del girare intorno e trovarsi sempre a testa in giù: da lì il mondo sembra sempre al contrario.
E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’EP?
Traballa. Questa canzone parla dell’abbandono e del ritorno e dell’abbandono e del ritorno e dell’abbandono e del ritorno e cosi via. Racconta la circolarità delle situazioni, anche e soprattutto tossiche, ma musicalmente adotta una filosofia che andrebbe adottata nella vita: trasformare lo squilibrio in una danza fuori tempo.
IN CHE MODO LA VOSTRA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Ascoltandoci live, per la felicità di farla insieme, nello stesso spazio e momento.
QUALI SONO LE VOSTRE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Tre tra le canzoni tristi che ci rende felici ascoltare sono Am I Allowed To Be Sad? di Grease Weasel, Your Lucky Day in Hell degli Eels e Do You Realize? dei Flaming Lips.
Ecco Tutti gli animali del mondo:
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