I Canarie sono Paola Mirabella e Andrea Pulcini, provengono da esperienze musicali diverse ma a Bologna si sono incontrati per dar vita a un progetto che reinterpreta l’indie pop tra malinconia e psichedelia. Immaginari – Prima parte, come dice il titolo stesso, è il primo tassello di un album più ampio, “un viaggio che incontra e racconta storie diverse, tra l’ansia di dover cambiare, la voglia di trovare un equilibrio, la malinconia di un amore finito, il desiderio di ritrovarsi”. Ne abbiamo parlato con loro.

QUANTO VI SENTITE HYPFI? CIOÈ, FATE MUSICA TRISTE MA SIETE PERSONE FELICI?
Di sicuro la solarità di Paola ha avvolto l’oscurità di Andrea per trasformare l’unione in un frutto felice, dal sapore malinconico.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL VOSTRO ALBUM, IMMAGINARI, E PERCHÉ?
Avvoltoi, perché è una ballata straziante dove il ricatto affettivo che detiene i due protagonisti può sciogliersi solo divorandosi a vicenda. L’amore, per citare un film di Fassbinder, è più freddo della morte.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Di sicuro Universo, perché è un invito a distaccarsi dalla propria realtà, dissolvendosi in un’altra dimensione spaziale o onirica come nella famosa scena del film surrealista di Jean Cocteau Le sang d’un poète in cui il protagonista, su invito di una statua, si tuffa in uno specchio.

IN CHE MODO LA VOSTRA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Perché all’interno di ogni canzone c’è sempre un finale catartico testuale o sonoro dove tutti i conflitti iniziali si sciolgono in qualche modo. C’è sempre una brezza marina che ti ammalia per guardare l’orizzonte e avere la forza di deglutire il tutto ancora una volta. Nel Samba delle Benedizioni, Vinicius De Moraes parla di una “tristezza che ha sempre la speranza di non essere triste prima o poi”.

QUALI SONO LE VOSTRE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
Story Of An Artist di M. Ward (cover di Daniel Johnston), Needle of Death di Bert Jansch e Sporca Estate di Piero Ciampi.

Ecco Immaginari – Prima parte:

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