È da poco uscito Resta con me, il nuovo singolo dei Les Enfants. Pubblicato a poco più di un mese di distanza dal precedente Non amarsi, prosegue il percorso portato avanti insieme a Costello’s Records, che vedrà la pubblicazione del nuovo album prevista per il prossimo autunno.

Nel frattempo, la band milanese ci propone una playlist di album per guarire i nostri tagli sul cuore.

Il testo di Resta con me è una richiesta di aiuto o forse, più semplicemente, di umanità. Fin dall’inizio c’è un verso che esplicita molto chiaramente il bisogno di confronto: “Resta con me, con questa piccola malinconia che mi strappa il cuore”. Mancano poche ore all’alba, i musi blu che abbiamo nel nostro quotidiano stanno per tornare e allora quei momenti un po’ magici, in cui riusciamo ad aprirci agli altri mettendoci a nudo senza sovrastrutture, sono qualcosa di preziosissimo, non una dichiarazione di resa, ma la conferma della nostra umanità.

Una “piccola malinconia” dicevamo, che non ha nulla di angosciante, ma che semplicemente dà forma, nel modo più spontaneo e sincero possibile, a ciò che siamo quando ci ritagliamo uno spazio tutto per noi in mezzo alla frenesia delle nostre vite. Siccome è un tipo di malinconia che non temiamo, ma che anzi ci affascina molto, abbiamo chiesto ai Les Enfants, che ci sembrano degli ottimi esperti in materia, di proporci una playlist composta dagli album fondamentali per lasciarsi andare a questo piacevole mood.

Ogni componente ci ha consigliato tre dischi raccontandoci il motivo della sua scelta.
Restate con noi, e con i Les Enfants, e lasciatevi cullare da queste canzoni che sapranno farvi compagnia e, come cantano loro, “guarire i vostri tagli sul cuore”.

MARCO

1. Adrianne LenkerSongs
Un vero gioiello di malinconia. Adrianne mi è entrata nel cuore e non se ne va, ogni volta che metto una traccia di questo disco volo via. Il mio “amore” per lei e per la sua voce era già nato con i dischi dei Big Thief e l’anno scorso Adrianne ci ha regalato questo disco solista intimo e potente allo stesso tempo.

2. Francesco MottaVivere o morire
Il secondo disco di Motta, da me atteso come la primavera. Quando ascoltai Mi parli di te rimasi talmente affascinato dalla semplicità della musica e dalla chiarezza del testo che l’ascoltai per una settimana intera. L’intero disco diventò uno dei miei punti fissi del 2018, malinconia, poesia ed energia.

3. Sigur RosValtari
I Sigur Ros sono uno di quei gruppi che mi hanno salvato la vita più volte. Li scoprii a 16 anni grazie ad un amico e gliene sarò grato per sempre. Questo disco arrivò dopo una lunga attesa: nel 2008 era uscito með suð í eyrum við spilum endalaust, il loro album più pop e di facile ascolto; dovetti aspettare il 2012 per ascoltare Valtari. Immaginavo che sarebbero diventati ancora più pop, e che magari si sarebbero venduti a logiche commerciali e invece Valtari fu un disco sperimentale, in cui la band tornò alla lingua islandese e alla ricerca di suoni nuovi, dipingendo panorami sonori speciali, unici, mai ascoltati. Rimasi folgorato ed entusiasta di questa scelta: nel momento di maggiore successo tornarono a sperimentare e questo mi fece innamorare ancora di più della band.

UMBERTO

1. Explosions In The Sky – The Earth is Not a Cold Dead Place
Questo disco è uno dei miei preferiti e mi ha accompagnato per molti anni. Lo trovo stupendo. Conosco a memoria le parti di ogni strumento e trovo che abbia influenzato il nostro fare musica. Abbiamo avuto la fortuna di sentirlo live all’Estragon di Bologna, un concerto molto emozionante. Ricordo che dal primo minuto alla fine del concerto siamo rimasti tutti e quattro immobili senza parlare.

2. Matt BerningerSerpentine Prison
Quest’anno, bloccato a casa, ho riparato il vecchio giradischi dei miei e mi è stato regalato il vinile di Serpentine Prison. Lo trovo molto intimo e lo ascolto a ripetizione in questo periodo, anche come sottofondo quando lavoro.

3. Cosmo – Disordine
Quando è uscito me ne sono subito innamorato. Filosofia, synth e arpeggiatori. Le cose più rare ed Esistere i miei pezzi preferiti.

MICHELE

1. Giuliano Dottori – L’arte della guerra vol.2
Questo è un disco che so a memoria. Giuliano è un artista e un amico. Parla di cose normali, di tutti i giorni, di desideri, di fughe e di ricordi. È bello ascoltarlo in macchina mentre viaggi, la sera o la mattina presto.

2. Bon IverBon Iver
Un classicone. Un disco che ho consumato, da tuffarsi dentro e nuotarci.

3. War on DrugsLost in The Dream
Cassa dritta, rock quadrato e incontestabile. Triste al punto giusto, un’energia che martella, da sentire in bici quando viene buio.

FRANCESCO

1. M83 – Harry up, I’m dreaming
Sono tornato in fissa su questo disco poco tempo fa. I miei pezzi preferiti sono quelli più epici, Outro e My Tears Are Becoming a Sea.

2. Niccolò Fabi – Una somma di piccole cose
I testi sono poesie e le ho imparate tutte a memoria. L’ho scelto perché ero indeciso su quale disco di Bon Iver sbilanciarmi e poi ho pensato che in fondo questo è il disco più bello di Bon Iver.

3. The NationalHigh Violet
Quando l’ho ascoltato la prima volta stavo facendo il cammino di Santiago. Non mi ero portato dietro il lettore mp3. Ero in crisi d’astinenza da musica. Un giorno ho incontrato un amico che mi ha detto “secondo me ti piacciono i The National”. Ho ascoltato questo disco in loop per giorni. E sì, i The National sono ancora tra i miei gruppi preferiti.

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