Gli Hope at the Bus Stop sono una band di Padova e, dopo un paio di EP, hanno debuttato con l’album And a Thousand Other Things. Sono una band degli anni 10 e 20, ma si rifanno all’alternative rock degli anni 90 e all’indie pop dei 2000. Non mancano però influenze folk o da band precedenti a quei periodi, come gli Smiths. Insomma, una band da ascoltare più che da spiegare, ma per scoprirli meglio ne abbiamo parlato con loro.

QUANTO VI SENTITE HYPFI? CIOÈ, FATE MUSICA TRISTE MA SIETE PERSONE FELICI?
Non ci sentiamo di fare musica triste, forse più malinconica. Siamo persone Hypfi ma con qualche ritegno, però forza Hypfi! ahah

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL VOSTRO ALBUM, AND A THOUSAND OTHER THINGS, E PERCHÉ?
Floating Around, la canzone in apertura del disco. Parla di alienazione e solitudine, non triste da piangersi addosso ma da descrivere la cosa. “Floating Around feels so lonely”

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’ALBUM?
Lines to Follow, perché vuole descrivere il rifiuto (leggero) in amore con una malinconia ironica e spensierata, quasi divertente. Quindi potrebbe essere il pezzo più felice dell’album in questo senso.

IN CHE MODO LA VOSTRA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Musica come rifugio per quando ci si sente giù, come quando sei triste e ascolti altra musica triste per sentirti meglio, una strana abbinata che funziona.

QUALI SONO LE VOSTRE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
True Love Waits dei Radiohead, Valentine di Fiona Apple e Martha di Tom Waits.

Ecco And a Thousand Other Things:

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