Frejico è un giovane cantante di Livorno, classe 2000. All’anagrafe è Tommaso Selmi, ha iniziato come tanti coetanei postando canzoni su YouTube ma ora è uscito con un EP, Placebo, che racconta “un anno difficile che vede l’alternarsi di momenti più tristi a momenti di insicurezza e bisogno di nuovi stimoli”. Ne abbiamo parlato con lui

QUANTO TI SENTI HYPFI? CIOÈ, FAI MUSICA TRISTE MA SEI UNA PERSONA FELICE?
Non definirei la mia musica totalmente triste, io credo di essere una persona realista, ciò che descrivo spesso è solo la parte più reale e dolorosa di ciò che mi succede. Quando nella mia vita va tutto bene difficilmente scrivo, mi godo il momento, sono rari i momenti in cui quando sei felice hai voglia di scrivere, almeno per me è così.

QUAL È LA CANZONE PIÙ TRISTE DEL TUO EP, PLACEBO, E PERCHÉ?
Credo che la canzone più triste del mio EP sia anche la più intima, quella che mi crea il “nodo alla gola” quando la canto ossia Perdersi. Rappresenta la fine di una storia d’amore e ovviamente dire addio ad una persona con la quale hai condiviso tanto non è facile, tutt’altro.

E QUAL È INVECE LA CANZONE PIÙ FELICE DELL’EP?
Non credo ci sia una canzone totalmente “felice”, penso che ci siano diversi mood diversi all’interno dell’EP, in cui una persona può rispecchiarsi. Per me la canzone più felice è sicuramente XI agosto perché è una canzone motivazionale quasi, un po’ come a dire “alza quel culo e fai qualcosa” arrivata al momento giusto, quando non avevo stimoli ne voglia di fare niente, quindi il fatto che mi abbia fatto superare un momento così, scrivere questa canzone, mi ha fatto ripartire e dato la possibilità di provare di nuovo ad essere felice.

IN CHE MODO LA TUA MUSICA POTREBBE RENDERE FELICE CHI L’ASCOLTA?
Credo che ognuno interpreti la musica che ascolta a proprio modo, a volte una canzone triste può semplicemente farti scendere una lacrima, altre volte può aprirti gli occhi e aiutare a farti capire delle cose, per poi tornare ad essere felice.

QUALI SONO LE TUE TRE CANZONI TRISTI PREFERITE DI SEMPRE?
È una gran bella domanda dovrei rifletterci veramente tanto, così a caldo dico Il cielo in una stanza di Gino Paoli, Ci vorrebbe il mare di Marco Masini, Malinconia di Luca Carboni.

Ecco Placebo:

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